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Genoa, l'ultimo ballo di Mimmo Criscito

Mimmo Criscito si ritira al termine di una stagione trionfale per il Genoa, quella del ritorno in Serie A

È finita come voleva lui e non come il destino sembrava aver scelto, con la grande festa per il ritorno in Serie A e non con le lacrime per la retrocessione. Lo aveva promesso Mimmo Criscito, non sarebbe finita così, non sarebbe finita con quel maledetto rigore parato da Audero che aveva certificato la discesa agli inferi del calcio del Grifone. E così è stato, oggi, nell'ennesimo giorno di festeggiamenti, il difensore mancino si ritira dal calcio giocato dopo una vita passata in rossoblu tra momenti esaltanti e altri meno. 

Genoa, il ritiro di Mimmo Criscito

La storia di Criscito al Genoa inizia nelle giovanili e poi con l'esordio a soli 16 anni in Serie B. Il passaggio alla Juventus Primavera coincide con il primo contatto con Gasperini con il mancino che vince tutto con i giovani bianconeri per poi tornare al Genoa nell'anno della risalita in Serie A proprio con il Gasp in panchina. Da lì viaggia un paio di volte tra Genova e Torino con la Juve che lo boccia forse con troppa fretta e così lui si gode le stagioni più belle della storia recente del Grifone, quelle del ritorno in Europa. Quel Genoa bello e vincente ha nel numero 4 un difensore di qualità e cuore che conquista tutti in campo e fuori, arriva in Nazionale e si lega in maniera indissolubile con l'ambiente.

Seguono gli anni allo Zenit, utili per fare un'esperienza diversa e continuare a crescere come uomo e giocatore, ma il richiamo della Lanterna non si spegne mai e così nel 2018 torna e lotta per tante stagioni per restare in Serie A, impresa che riesce sempre fino a quel maledetto rigore. Non poteva finire così, lo aveva promesso Criscito che a gennaio torna da Toronto per riscrive l'ultimo capitolo della storia. Mimmo Criscito dice così addio al calcio nel pieno della festa, anzi chiudendola proprio con un rigore al 90' della sfida contro il Bari, ma non saluta il Genoa, per lui è già pronto un posto nello staff tecnico delle giovanili.

La lettera di Criscito al calcio

Subito dopo la fine dell'ultima gara, Criscito ha letto una lettera al centro del campo di Marassi: "Caro calcio, tutto torna. Sapevo che sarebbe arrivato questo momento, il momento che ogni calciatore professionista prima o poi deve affrontare. Caro calcio, avrei tantissime parole da dire ma cercherò di essere breve. Grazie a tutte le persone che mi sono state accanto in questo lungo ed emozionante viaggio. Grazie alla mia famiglia, grazie a mia moglie, grazie ai miei bimbi ai quali sono riuscito a trasmettere la mia stessa passione per il Genoa. Grazie Genoa. Lungo il percorso, ci siamo salutati e riabbracciati per 5 volte: ogni volta che ci siamo riabbracciati è stato bello come la prima. Tutte le volte in cui ho indossato questa maglia ho dato tutto me stesso, con amore e con sudore. Chiudere la carriera con una promozione in Serie A è sicuramente il modo migliore per salutarvi con orgoglio ed emozione. Farlo nella squadra del mio cuore era quello che volevo da sempre. Quel 7 giugno 2003, quando ho indossato la maglia rossoblu per la prima volta, al Ferraris si respirava un’atmosfera da Champions League. La stessa che ho respirato a Odense, quando segnai di fronte a migliaia di tifosi arrivati fino in Danimarca. E in tutte le altre 289 volte in cui l’ho indossata, incluso oggi. I vostri, anzi i nostri colori li ho portati con orgoglio anche al Mondiale. Grazie a tutti i compagni di squadra, i presidenti, gli allenatori, le persone che lavorano dietro le quinte e in particolare grazie a tutta la proprietà e la dirigenza rossoblù che ha reso possibile che tornassi a vestire questa maglia per l’ultima volta. Per chiudere il cerchio. Grazie a voi tifosi: siete l’anima bella del calcio. Mi avete accolto che ero un bambino, mi avete visto e fatto crescere. Dalla Russia e dal Canada, in tutti i miei periodi trascorsi lontano da Genova, ho sfidato il fuso orario per guardare le partite del Grifone e soffrire insieme a voi. Voi, che mi avete preso per mano tutte le volte in cui per questa maglia ho lottato, nella buona e nella cattiva sorte, sulla fascia o dal dischetto. Con la Juventus, in un derby…alla fine tutto torna. Il primo passo verso il pallone, uno sguardo alla Nord, poi calciare senza paura. Del resto "non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore". La mia carriera calcistica finisce qui, con un po’ di magone ma con l’entusiasmo di sempre e la voglia di iniziare un nuovo percorso con nuovi obiettivi. Smetto di giocare ma non lascerò il mondo del calcio, perché il calcio per me è vita. Caro calcio, tutto torna. Anche i ricordi. Mi basteranno quelli a farmi ripensare a quanto sia stato fortunato ad aver trascorso questa parte di vita immerso tra i colori più belli del mondo. Il rosso e il blu. Rosso come la passione dei tifosi, blu come le onde del mare. Caro calcio, ti amo. Caro Genoa, ti amo".

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