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Ferrero: "I tifosi si sentono padroni della società. Venissero a lavorare" 

L'ex presidente della Sampdoria ha parlato alla trasmissione Rai 'Belve' intervistato da Francesca Fagnani: "Nessuno mi ha regalato la società, i tifosi mi odiano ma non sono stato capito"

Torna a parlare, e a far discutere, Massimo Ferrero. L'ex presidente della Sampdoria ha rilasciato la sua prima intervista dopo l'uscita dal carcere a Francesca Fagnani, andata in onda su Rai2 in occasione dell'ultima puntata di 'Belve' nella serata di mercoledì 23 novembre 2022. Un dialogo particolarmente vivace, e con polemiche, che ha toccato svariati temi, compresi quelli riguardanto la società blucerchiata.

"Mai stato bugiardo, sono generoso"

Sul proprio carattere, incalzato dalle domande, ha detto "Mai stato bugiardo, spietato quando serve. Sono generoso, se c'è da pagare pago". Poi ha parlato della propria infanzia e del rapporto con i soldi sottolineando: "Non mi piacciono, ma li rispetto. Non ho cercato di fare soldi per vile denaro, ma per non mettermi più i pantaloni che mi stavano otto volte e lunghi sedici". Ha spiegato di preferire il soprannome 'Viperetta' a quello di 'Er caciotta' risalente al primo periodo da produttore cinematografico e ha parlato anche di politica litigando con la giornalista. 

"Sono sessantottino, ora stimo Meloni"

"Sono sessantottino e andavo a fare le guerre a Battipaglia quando lei non era ancora nata", afferma Ferrero, trovando la "belvata" della padrona di casa: “Ha detto ‘ci vorrebbe uno come Salvini’, poi ha sostenuto la Raggi, Berlusconi". E Ferrero: "Lei sta dicendo un po’ di cazzate, non so se gliel’ha dette qualcuno". "L’ha dette lei", ribatte Fagnani. Lui spiega di non aver "mai cambiato idea, poi dopo il muro di Berlino è finita 'quell’idea che c’avevo io', non c'era più nessuno: quindi ora sono meloncino, stimo Meloni perché per me è un talento naturale".

"La Sampdoria non me l'hanno regalata"

Tra cinema e operazioni imprenditoriali si arriva alla Sampdoria. La giornalista lo incalza parlando di "regalo di Garrone" e lui replica: "Io sono ambizioso, ma la Sampdoria non me l'hanno regalata. Nessuno regala niente, è stato un Leveraged buy-out.  Era una società da rimettere a posto, piena di giocatori". 

"I tifosi si sentono padroni della società, venissero a lavorare"

Ferrero ha poi parlato del rapporto con i tifosi. Fagnani ha ricordato una sua frase: "Lei ha detto, ho il cuore blucerchiato e la testa giallorossa" e Ferrero ha risposto: "È stata la più grande cazzata della mia vita. I tifosi della Samp mi odiano, ma non sono stato capito. All'inizio si giravano, mi applaudivano e facevano i selfie con me, adesso mi insultano. Ci ho messo anche del mio, ho detto che il loro inno non era bello ed era bello quello della Roma, si sono arrabbiati e hanno cominciato a insultare. Io non ho detto scusa. Se ho sofferto? Non me ne frega un cavolo dei tifosi, si sentono padroni della società. Che venissero a lavorare". 

"Il popolo mi ama"

Ferrero ha parlato anche del periodo in carcere, ha negato di essersi presentato all'interrogatorio con la maglia della Sampdoria e ha affermato: "Mi hanno devastato, credo che la verità verrà a galla. L'impatto è stato devastante, ma il popolo, la forza motrice del Paese, mi ama. Mi cantavano anche la canzone 'C'è solo un presidente', sono presidente a vita ormai. Non mi sento in colpa perché non ho fatto niente".

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