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Crisi Sampdoria, parla Ferrero: "Cedo a Garrone a un euro"

L'ex presidente ha parlato attraverso le pagine della Gazzetta dello Sport: "Garrone ha sempre detto che se fosse accaduto qualcosa sarebbe intervenuto lui. Lo dimostri, si riprenda la società"

La retrocessione in Serie B è ormai matematica e la partita più importante si è spostata fuori dal campo con il cda impegnato nella corsa contro il tempo per evitare il fallimento che ha convocato l'assemblea degli azionisti per i prossimi 26 e 29 maggio: "Aumento di capitale o ristrutturazione impossibile" è il messaggio inviato qualche giorno fa. E all'improvviso torna a far sentire la propria voce anche Massimo Ferrero, intervistato dalla Gazzetta dello Sport.

"Garrone mi ha venduto la Sampdoria a un euro e lasciato un contributo di 15 milioni di euro e delle garanzie bancarie - ha detto Ferrero -, ha sempre detto che se fosse accaduto qualcosa sarebbe intervenuto lui. Lo dimostri, si riprenda la società, gliela ridò a un euro, non voglio nulla per me. Basta fare un aumento di capitale e poi può darla al suo amico Barnaba o a chi vuole lui. Parli con il trustee Gianluca Vidal e con il mio avvocato Piermilio Sammarco, che ha provato invano a contattarlo". Questo è sicuramente uno dei passaggi chiave della lunga intervista, Ferrero rivendica poi gli sforzi fatti: "Fu Garrone a cercarmi e a offrirmi la Sampdoria che era in vendita da un paio di anni - ha sottolineato - mi disse che la società sotto la sua gestione perdeva circa 30 milioni all’anno e la sua famiglia si era stancata di rimetterci. Con me ha risparmiato 30 milioni di perdite all’anno per nove anni. Sono circa 270 milioni. Durante mia gestione non gli ho chiesto nulla".

Il 'viperetta' è anche tornato sulla celebre trattativa sfumata per la cessione societaria al gruppo trainato da Gianluca Vialli: "Avevo chiuso per 80 milioni - ha detto - serviva solo una garanzia di Garrone di 25 milioni al nuovo gruppo se la squadra fosse finita in B. Bastava un minuto, ma sono passati circa 45 giorni. Nel frattempo abbiamo perso diverse partite, Di Francesco è stato esonerato e l'offerta è scesa a 40/45 milioni e non era più congrua".

L'ex presidente ha poi puntato il dito contro l'attuale gestione societaria: "Con me al timone l'incubo retrocessione non ci sarebbe stato - ha detto - ma da 18 mesi non decido nulla. Mi spiace per i tifosi, sono state fatte scelte sbagliate, dall'esonero di D'Aversa al triennale a Giampaolo".

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