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Rose della Valle Scrivia per Slow Food

Lo sciroppo della Valle Scrivia sta per ottenere l'ambito presidio, perché salva dall'oblio un prodotto tradizionale con tante virtù

È una fiore all’occhiello del Genovesato e ora sta finalmente per ottenere il riconoscimento che gli spetta: lo sciroppo di rose della Valle Scrivia è ufficialmente a un passo dal presidio Slow Food.

L’Associazione delle rose della Valle Scrivia, che è nata nel 2000 ed è composta da aziende agricole e singoli produttori dell’entroterra genovese, ha recuperato le antiche ricette dello sciroppo e della confettura di rose rugose e muscose dell’Alta Valle Scrivia, per salvare dall’oblio un prodotto tradizionale dalle molte virtù. Lo sciroppo di petali di rosa ha un colore e un profumo intensi; è fatto solo con rose, zucchero e limone, senza coloranti né conservanti, in piccoli laboratori coi fiori coltivati in valle senza l’uso di prodotti chimici. Si può utilizzare come bibita diluito in acqua fresca, o come aperitivo aggiunto a vino bianco. Nel tè caldo sostituisce lo zucchero, e dà un gusto particolare a sorbetti e gelati, panna cotta, yogurt, macedonie e crêpes.
 
Per queste sue caratteristiche sta per diventare uno dei presidi dell’Associazione no profit Slow Food, che attualmente in Italia sono 224 e rappresentano il risultato di un lavoro di dieci anni che ha affermato con forza valori fondamentali: la tutela della biodiversità, dei saperi produttivi tradizionali e dei territori, che oggi si uniscono all'impegno a stimolare nei produttori l'adozione di pratiche produttive sostenibili, pulite, e a sviluppare anche un approccio etico (giusto) al mercato.

Slow Food Italia ha accolto la richiesta dei produttori di creare e assegnare un "contrassegno" di identificazione, tutela, valorizzazione da apporre sulle confezioni dei prodotti, che consenta ai consumatori di identificare i prodotti presidiati, tutelandosi dai falsi sempre più numerosi sul mercato.
Per il nostro sciroppo, spiega Antonello Barbieri, consigliere del Comune di Busalla, sarebbe un “veicolo di pubblicità e conoscenza del prodotto a livello nazionale, europeo e mondiale”. E sarebbe sicuramente un attestato importante anche per il territorio della valle, dove da secoli le favorevoli condizioni ambientali hanno permesso la diffusione di queste varietà di rose e quindi la produzione di preparati utilizzati anche per le loro proprietà officinali. Quest’anno, tra l’altro, pare che lo sciroppo sia ancora più profumato del solito: “La fioritura è stata tardiva – spiega la presidente dell’Associazione Viviane Crosa – e il succo ci ha guadagnato tanto”.

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