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Inquinamento indoor? Ecco come difendersi

Umidità, fumo, condizionatori, batteri sono acerrimi nemici della salute e dell'ambiente. Qualche consiglio verde ai genovesi per affrontare le insidie nascoste tra le mura di casa o del luogo di lavoro

Nel nostro Bel Paese, tra i tanti problemi da risolvere, non c’è quello dell’affollamento nelle case: nelle 60 città ogni abitante dispone di almeno una stanza. Ma come ce la caviamo se si parla di inquinamento indoor? Non mancano elementi di rischio. A dirlo è il IX Rapporto sulla qualità dell’ambiente urbano dell’ISPRA.
Anche se in via di diminuzione, rimane, per esempio, il problema dell’umidità: nel 2010 in circa il 17% delle abitazioni si è affrontata questa difficoltà (nel 2004 era il 19,1%). Sono in forte aumento i casi di legionellosi, infezione polmonare batterica: tra il 1996 e il 2010 si passa da 2,3 a 17,9 casi per milione di residenti (dato 2010 provvisorio). Sono calati, invece (e per fortuna!), i fumatori: dopo l’entrata in vigore del divieto di fumo in luoghi pubblici e di lavoro nel 2005, pur riscontrando valori altalenanti, tra 2001 e 2012 è sceso il numero di circa due punti percentuali.

Anche un’inadeguata istallazione e una non opportuna manutenzione dei condizionatori possono rappresentare una fonte di inquinamento indoor. Nel 2011 il 33% delle famiglie italiane ha dichiarato di possedere un condizionatore.

Sembra, quindi, che l’aria respirata all’interno delle pareti domestiche o dell’ufficio non vada considerata salubre a prescindere. Anzi, l’aria di casa, secondo uno studio dell’Istituto superiore di sanità, è mediamente 5 volte più inquinata dell’aria che respiriamo all’esterno. I principali responsabili sono i detersivi, le vernici, i profumatori d’ambiente e, soprattutto, i cosiddetti Cov, quei Composti organici volatili che sono presenti nei prodotti per la pulizia, nelle vernici, nelle candele profumate, nei bastoncini d’incenso, nei vestiti, nella tappezzeria, nel fumo di stufe a legna, caminetti e fumo di sigaretta. Unite a batteri, germi, funghi e muffe – che pullulano anche nella più pulita delle case – queste sostanze rendono spesso i nostri nidi dei veri e propri covi nei quali stare bene attenti a ciò che respiriamo.

Occorre allora una maggiore attenzione e modifiche agli stili di vita tra le mura domestiche e quelle dell’ufficio. I cambiamenti, anche se piacevoli, non sono mai facili a causa di una necessaria fase di adattamento; ma per fare un regalo all’ambiente, di quelli a effetto boomerang perché ci guadagniamo anche in salute, è importante reimpostare il prima possibile le nostre abitudini in modo da migliorare la quotidianità.

Ecco, allora, qualche consiglio, rigorosamente green, per affrontare le insidie  nascoste tra le pareti casalinghe o del luogo di lavoro. Sicuramente, intanto, è buona norma prediligere sempre, sia per i detersivi che per le vernici e i prodotti per conservare gli abiti o profumare gli ambienti, sostanze non tossiche, leggendo con grande cura le etichette di tutto ciò che compriamo. È importante, poi, non tenere il riscaldamento troppo alto e ventilare spesso l’ambiente. Ma accanto a questi suggerimenti più scontati, ecco anche un segreto sconosciuto ai più.

Esiste una ricca lista di piante da appartamento che hanno un ruolo attivo nel contrastare le impurità che si sviluppano negli spazi chiusi. “Tuttogreen” ce ne fornisce una utilissima selezione che riportiamo: la Palma di Bambu, che oltre a essere un ottimo deumidificatore naturale, aiuta ad assorbire sostanze come la formaldeide (sostanza utilizzata nella produzione di numerosi materiali per l’edilizia e nella fabbricazione dei mobili, che è anche la principale fonte di inquinamento indoor); la Pianta del serpente, capace di assorbire sostanze come ossidi di nitrogeni e formaldeide; le piante di ficus, l’edera, il pothos, la palma, la Phoenix Roebelenii, la Dracaena fragrans (il famoso Tronchetto della felicità) o l’Aglaonema ugualmente molto attive contro la formaldeide e anche contro l’ammoniaca; la Palma Areca, una delle piante più adatte alla pulizia generale dell’aria di ambienti interni; la Pianta Ragno, in grado di catturare particelle di monossido di carbonio e altre tossine nell’aria; il Giglio della pace, che intercetta sostanze come muffe, spore, formaldeide e tricoetilene; Gerbera Daisy, una pianta che riesce a conciliare il sonno perché in grado di rilasciare maggiori quantità di ossigeno durante la notte.

Adottare una pianta, insomma, può risultare un ottimo investimento. Con questi alleati, oltre che utili pure belli, l’aria di casa e ufficio – soprattutto durante l’inverno - sarà decisamente più respirabile e piacevole.

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