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Genova, due nuove oasi nel piano faunistico venatorio

Punta Manara e Vallegrande zone protette nella pianificazione adottata dalla Provincia per la tutela della fauna selvatica, la regolamentazione della caccia, per la gestione del territorio e il miglioramento degli habitat

È stato appena approvato dalla Provincia di Genova il “piano regolatore” di tutti i boschi, i prati, i pascoli, le zone agricole del territorio provinciale genovese per tutelare la fauna selvatica, regolare le attività venatorie, formulare indirizzi e strategie per la gestione e il miglioramento degli habitat naturali.  È il nuovo piano faunistico venatorio della Provincia di Genova, approvato dal commissario Piero Fossati con i poteri del Consiglio Provinciale, redatto sulla base dei criteri dell’Ispra (l’ex Istituto nazionale per la fauna selvatica) e degli indirizzi faunistico venatori della Regione Liguria. La legge stabilisce che alla protezione della fauna selvatica sia destinata una percentuale del “territorio agro-silvo-pastorale” fra il 20 e il 30 per cento e la quota delle zone con divieto di caccia nel piano faunistico venatorio della Provincia di Genova raggiunge il 28,94% mentre quelle restanti, oltre il 71%, costituiscono il territorio dei due ambiti di caccia (Atc).

Il piano è stato sottoposto a valutazione ambientale strategica (Vas) della Regione, con giudizio positivo finale. Nella procedura di Vas sono stati coinvolti i soggetti competenti in materia ambientale (Arpal, Soprintendenza, uffici della Regione, Parchi, Province e Regioni limitrofe) e raccolti pareri e osservazioni pubbliche.

La fotografia del piano (dinamica, perché nei cinque anni di durata sarà sottoposto a monitoraggi annuali, utilizzando 33 indicatori diversi, sul rispetto e l’efficacia delle azioni e degli indirizzi e a aggiornamenti, e revisioni più globali fra due anni e mezzo) dice che del territorio protetto per la fauna e vietato alla caccia fanno parte dieci oasi (aree con funzioni di rifugio, sosta e riproduzione per gli animali selvatici per favorirne l’insediamento e la diffusione naturale), altrettante zone di ripopolamento e cattura (per la riproduzione allo stato naturale e le catture controllate di esemplari da immettere sul territorio, rispettando le condizioni di ambientamento per ricostituire la densità faunistica ottimale secondo i criteri previsti), due valichi montani a tutela degli uccelli migratori, oltre alle pareti di roccia dove nidificano volatili di specie protette e interesse naturalistico, le zone per l’addestramento dei cani, le aree di bosco che hanno subito incendi, i parchi, le foreste demaniali, le aree delle aziende faunistico-venatorie, le fasce di rispetto intorno alla rete stradale e ferroviaria (50 metri) e intorno alle abitazioni (cento metri).

Fra le oasi due sono di nuova istituzione: quella di Forte dei Ratti, nel genovese, e quella di Punta Manara – Vallegrande nel levante (che comprende la zona a valle dei sentieri di Punta Manara e la fascia più costiera per Vallegrande). “Le nuove zone di protezione – dice Piero Fossati – sono dedicate in particolare all’avifauna di ambiente mediterraneo e sono le uniche esistenti oltre al promontorio di Portofino in tutta la Provincia. Come abbiamo specificato con l’assessore Briano in una recente lettera ai sindaci, queste oasi non comportano alcun tipo di vincolo per il territorio, escluso il divieto di caccia. L’impegno per realizzare il nuovo piano è stato molto complesso e abbiamo incontrato anche qualche incomprensione iniziale e qualche spiacevole travisamento dei fatti, ma crediamo di aver ottenuto con il contributo di tutti uno strumento importante ed efficace per armonizzare la tutela faunistica e le attività agricole e venatorie”.

Per quanto riguarda le zone di ripopolamento e cattura sono due le modifiche principali, entrambe richieste dagli Atc: la zona di Val Noci, complessivamente ampliata rispetto al precedente piano faunistico, e quella di Roccagrande (fra Val Petronio e Val Graveglia) che accorpa le precedenti zone di Rocca dell’Aquila e del Biscia-Bocco. I due valichi montani di protezione per i migratori sono il Turchino e i Giovi. Sul territorio esiste anche una zona di protezione speciale (Beigua-Turchino) affidata alla gestione del Parco del Beigua. Deriva da una specifica direttiva Ue sulle misure di conservazione degli uccelli e limita, senza vietare, l’attività venatoria.

Il nuovo piano è stato trasmesso alla Regione per le verifiche di congruenza agli indirizzi faunistico venatori regionali, ai Comuni per l’affissione agli albi pretori, è stato pubblicato sul sito internet della Provincia www.provincia.genova.it e lo sarà nei prossimi giorni anche sul Bollettino ufficiale della Regione Liguria.

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