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Costume e società

Genova, 80 anni fa il bombardamento navale che distrusse la città

I fatti che portarono a centinaia di morti e migliaia di sfollati

Quando il mare, prezioso alleato nel commercio e nelle esplorazioni, diventa nemico, portatore di morte e distruzione: in questi giorni il pensiero ricorre al 9 febbraio 1941, 80 anni fa, data del bombardamento navale di Genova ad opera della Royal Navy. L'evento fu il secondo e ultimo attacco via mare che la città subì: il primo si tenne il 14 giugno 1940.

Da quel giorno, e fino alla fine della seconda guerra mondiale, Genova subì altri pesanti attacchi ma solo aerei: dal mare non arrivò più nessuna minaccia.

I fatti

Ma cosa successe 80 anni fa? Con l'entrata in guerra, l'Italia subì una serie di attacchi rivolti contro le sue città industrialmente più importanti. Tra queste Genova, sede di importanti cantieri navali e industrie metallurgiche.

Gli inglesi attaccarono la flotta italiana a Taranto e poi a Napoli. Alcune navi, danneggiate, vennero trasferite a Genova per le riparazioni. Dunque, sempre gli inglesi, decisero di attaccare il capoluogo ligure, in cui sostavano la Giulio Cesare, la Duilio e la Littorio. In realtà solo la Duilio era a Genova, nel giorno del bombardamento, ma gli inglesi decisero ugualmente di procedere per dare un segnale alla Regia Marina. Anche perché i servizi segreti britannici avevano scoperto che il 12 febbraio a Bordighera, dunque sempre in Liguria, si sarebbe tenuto un incontro tra Benito Mussolini e Francisco Franco, in cui il dittatore italiano avrebbe cercato di convincere la Spagna a entrare in guerra al fianco dell'asse Roma-Berlino-Tokyo. Ma se ciò si fosse avverato, Gibilterra sarebbe caduta e tutto il Mediterraneo sarebbe stato sotto il dominio dell'Asse.

Dunque, anche per scongiurare quest'ultimo pericolo, gli inglesi pensarono di dimostrare la debolezza dell'Italia alla Spagna attaccando proprio Genova, in quei giorni.

Il bombardamento

I genovesi si accorsero che qualcosa stava accadendo nella prima mattina del 9 febbraio, vedendo nel cielo di Genova alcuni aerei ricognitori. Alle 7,30 circa la città venne posta in allarme, e alle 8,14 venne aperto il fuoco, da circa 19 km dalla città, sparando migliaia di colpi.

Vennero danneggiati il molo Principe Unberti e i cantieri Ansaldo per primi, e poi le rive del Polcevera con l'obiettivo di colpire le fabbriche. Ma poi vennero colpiti anche tantissimi edifici civili e storici, come la cattedrale di San Lorenzo (dove c'è un proiettile inesploso), la chiesa della Maddalena, l'ospedale Duchessa di Galliera, e altre. Tra le zone più colpite, quella di piazza Colombo.

La risposta delle difese costiere fu inefficace, e dopo mezz'ora il bombardamento finì.

Centinaia i morti e i feriti, mentre gli sfollati bisognosi di aiuto e di una nuova casa - a causa delle distruzini - furono migliaia.

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