Dimessa dall'ospedale, due giorni dopo le diagnosticano sospetta polmonite
Di seguito il racconto integrale e senza censure di un lettore. La redazione non è intervenuta in alcun modo per edulcorare il testo.
Il mattino del 5 luglio alle ore 10 vengo allertato dai miei familiari, mia sorella maggiore sta male e respira con affanno; la prendo la porto in ospedale con la mia auto al San Martino. Ore 11: ingresso e accettazione con codice verde la situazione peggiora, ma veniamo parcheggiati in corsia insieme ad altre 50 persone. Dopo circa 2 ore finalmente viene visitata e decidono di farle gli esami del sangue.
Ore 15: siamo in attesa ancora dell'esito degli esami eseguiti alle ore 13; finalmente arrivano gli esami e la situazione è identica al mattino. La visitano nuovamente, altra decisione: radiogtafia al torace. Ore 19.30: «state tranquilli tutto apposto, però la teniamo in osservazione per questa notte. Bronchi liberi e ossigenazione nella norma». Ore 21.40: la lascio in osservazione e torno a casa.
Giorno 6, mattina: visita otorinolaringoiatra, esami del sangue e bronchi liberi. Le fanno terapia con aerosol, iniezioni e la dimettono.
Giorno 7 ore 20: respirazione peggiora in modo vertiginoso pur avendo iniziato la terapia. Ore 20.30: Croce Rossa e nuovamente al pronto soccorso, codice giallo, solita routine: accettazione, parcheggio in corsia, analisi del sangue, sospetta polmonite, forse ricovero. Forse? E due giorni fa?. Adesso mi chiedo in che mani siamo: tempistiche da medioevo e diagnosi da preistoria.