Nervi, una sentenza deciderà il futuro dell'ex fabbrica di cioccolato Aura
Storia. Ieri era un’importante industria, altamente concorrenziale nel settore dolciario. Negli Anni ’90 arrivarono i debiti, la messa in liquidazione e la chiusura. Oggi è un edificio in stato di abbandono e degrado, meta di sbandati e senzatetto. Domani l’ex fabbrica di cioccolato “Aura” di via del Commercio potrebbe rinascere. Potrebbe. Perché il suo futuro è ad un bivio.
Progetto. La Banca Popolare, proprietaria dello stabilimento, vorrebbe appartamenti. Il Comune anche una palestra ed un palazzetto dello sport, di cui il Levante cittadino è sprovvisto. Proprio in questi giorni è previsto un incontro in merito al futuro dell’area tra Banca Popolare, Municipio e Comune, che nel frattempo nel nuovo Piano Urbanistico sta già convertendola in “residenziale”. Sarebbe un passo importante verso la riqualificazione del quartiere. Un segnale di ripresa per Nervi, che andrebbe ad aggiungersi al recente restyling della passeggiata a mare e alla prospettiva di riapertura dello storico albergo ristorante “Marinella”.
Contenzioso. Sulla sorte dell’ex fabbrica incombe, però, come una spada di Damocle una vicenda giudiziaria iniziata nei primi anni Duemila. L’immobile, così come l’ex Italcementi di Imperia, fa parte dei beni della PMG, società a responsabilità limitata di cui Gian Piero Fiorani, amministratore di Banca Popolare Italiana, condannato in via definitiva per la tentata scalata ad Antonveneta, era socio occulto. Le sue quote furono messe sotto sequestro a tutela della Banca Popolare.
Il progetto di riconversione dell' area ex Italcementi è oggetto di un contenzioso civile con due architetti genovesi, Daniele Bianco e Gerolamo Valle, i quali, nonostante le pressioni di Fiorani e soci, rifiutarono di sottoscrivere in modo fraudolento una modifica ai volumi. Si ritrovarono minacciati e coinvolti in vertenze giudiziarie, in via di definizione. Qualora dopo la causa penale, i due professionisti dovessero vincere anche quella civile, la PGM dovrebbe versare loro dai due ai quattro milioni di euro. A quel punto sarebbero inevitabili il fallimento della società e la fine di sogni, aspettative e speranze di Nervi.