Lo sfogo di una maestra: «Oggi probabilmente sono negativa, ma non posso fare altro che aspettare»
Riceviamo e pubblichiamo.
Sono un'insegnante di una scuola dell'infanzia comunale di Sampierdarena, in una delle zone più colpite dal covid. In questo momento sono in quarantena perché positiva. Il 30 settembre ho accusato un forte raffreddore, per correttezza quel giorno non sono andata a lavorare, ho richiesto di fare il tampone, ma non è stato valutato necessario.
I giorni dopo stavo meglio e sono andata a lavorare. La sera del giovedì (7 ottobre ndr.) ho perso completamente il gusto e l'olfatto, ho compreso che per tutelare le persone che avevo intorno, dovevo fare il tampone. Vista la difficoltà di farlo attraverso sanità pubblica, sono andata insieme alla mia famiglia privatamente. Immediatamente mi hanno comunicato la positività del tampone rapido. Il laboratorio mi ha raccomandato di pormi in isolamento e di avvisare i miei contatti e i contatti dei miei familiari, poi risultati negativi.
Hanno inoltre provveduto a segnalare all'Asl la mia positività, cosa che ha fatto anche la mia direzione e il medico curante. Avvisati tutti, compresa la scuola di mia figlia, mi sono messa in attesa a casa. L'Asl mi ha chiamato per la prima volta domenica 11 ottobre dopo 10 giorni dalla comparsa dei sintomi. Ho fatto il primo tampone Asl risultato lievemente positivo,(riporto da referto).
Il secondo tampone doveva essere effettuato a giorni, così mi era stato detto, a oggi io non ho più saputo nulla e il numero che provo a chiamare, l'unico a disposizione per il covid, non risponde. Oggi io sono a casa, sto bene, probabilmente sono negativa, ma non posso fare altro che aspettare. Il personale in quarantena è un problema enorme. Non esiste nella scuola un piano di sostituzione adeguato a questa situazione, il personale a tempo determinato viene spostato da una scuola all'altra, creando vuoti ed emergenze continue.
Le/gli insegnanti di sostegno non vengono sostituitie/i e questo è deleterio per i bambini in difficoltà. Maestre e collaboratori lavorano con i dpi, non avere copertura per i bimbi in difficoltà vuol dire lavorare all'estremo delle forze. La scuola è stata riaperta senza una reale progettazione, non è stata aperta fronteggiando una pandemia, è stata aperta e basta.
Chiedo aiuto perché il personale scolastico possa accedere a diagnosi più rapide, in modo da accorciare al minimo le quarantene che rendono invivibile una scuola già in difficoltà. Grazie, maestra Sara.