«Noi e il covid, diamo risalto anche alle cose che funzionano bene»
Ho 57 anni, mio marito 62, in questo momento si trova ricoverato al Villa Scassi sotto casco. Io anche sono positiva al covid ma sono in terapia domiciliare. Dal 4 dicembre si sono ammalati insieme a noi, anche le mie due figlie, i mie due nipotini di venti e sei mesi e mio genero,tutti in terapia domiciliare.
Vorrei segnalare che in tempi rapidi tutti abbiamo effettuato il tampone al domicilio, più volte siamo stati chiamati dal medico della Asl per essere informato sulle nostre condizioni di salute, abbiamo ricevuto visite a domicilio quando necessario e le prescrizioni delle terapie. Il tutto in perfetta sinergia con il medico di famiglia.
Voglio scrivere questo perché mi sembra giusto, in tutto questo continuo lamentarsi di cose che non vanno, e non dubito che ci siano, dare risalto anche alle cose che funzionano bene. Credo che le gente abbia bisogno anche di questo: di ottimismo, di rassicurazioni di certezza che nei limiti del possibile si stanno facendo le cose al meglio.
Genova in questi anni porta nel cuore il dolore immenso di un ponte crollato senza senso, anzi no, per incuria e dolo da parte di chi dove guardare e non ha guardato, di chi doveva vedere e ha girato gli occhi dall'altra parte. Nessuno potrà restituirci quelle vittime innocenti però il segno della rinascita è là che svetta sulla nostra città. Impariamo a tenere gli occhi in alto e non sempre tra lo sporco delle nostre scarpe.