"Mia mamma esumata e abbandonata in un deposito"
In data 20.07.2022 presso il cimitero di Staglieno si è proceduto all’esumazione della salma di mia madre deceduta nel 2011 e sepolta nel campo 57, in quanto tale area serve per la costruzione di un nuovo inceneritore.
Nel mese di febbraio ho provveduto alla presentazione dell’istanza per sistemare i resti, qualora fossero stati decomposti, in ossario già in concessione. Mi veniva rilasciata ricevuta con indicate modalità per assistere all’operazione di esumazione, in particolare mi veniva imposto che entro 5 gg dalla data di esumazione, mi dovevo presentare all’ufficio territorialmente competente per la definitiva sistemazione dei resti che dovrà avvenire entro i 5 gg. successivi.
Siccome sono state semplificate alcune disposizioni, il marmista da me scelto, mi informava che sarebbe stato compito suo a dare notizia dello stato della salma all’ufficio concessioni cimiteriali per ricevere a sua volta il nulla osta per la sistemazione definitiva dei resti con precedente pagamento delle spese, provvedendo nel frattempo di depositare gli stessi in cassetta presso il deposito cimiteriale.
Nonostante venivano imposte tali prescrizioni, fino alla data odierna (8 agosto 2022 ndr.), nonostante siano trascorsi oltre15 giorni dall’esumazione, l’ufficio competente non ha ancora provveduto alla definizione delle incombenze, preferendo lasciare i resti in deposito con altri, violando prescrizioni da loro impartite anche a scanso di norme sanitarie e mancando di rispetto nei confronti dei familiari che rimane il dubbio se i resti che saranno tumulati appartengono realmente al congiunto o di altri. Tale ufficio non mi ha ancora fornito una risposta alle mie richieste. Il cittadino per fare valere i propri diritti si deve rivolgere alla Magistratura?
Nota della redazione
Il lettore, autore della segnalazione, ci ha fornito tutti i documenti a supporto di quanto afferma.