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Costume e società

Sanremo: Giovanni Truppi e Vinicio Capossela cantano Fabrizio De Andrè nella serata delle cover

I due si sono esibiti in "Nella mia ora di libertà" di Fabrizio De André

I duetti della quarta serata del Festival di Sanremo si aprono con il concorrente Giovanni Truppi e la 'guest star' Vinicio Capossela che, insieme all'armonicista - vestiti tutti e tre di rosso e nero, colori anarchici - si sono esibiti in "Nella mia ora di libertà" di Fabrizio De André.

Il primo duetto e secondo omaggio della serata dunque (il primo era di Noemi, che si è esibita da sola sulle note di "You make me feel like a natural woman" di Aretha Franklin) era dedicato al cantautore genovese Faber con una delle sue più celebri canzoni, contenuta nell'album "Storia di un impiegato" e che termina con il famoso verso "Per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti".

Non è stata l'unica particolarità che ha legato questa serata del festival con Genova: subito dopo, Amadeus ha fatto entrare in scena la co conduttrice Maria Chiara Giannetta, la "Blanca" della fiction Rai Uno ambientata nella Superba.

Il testo di "Nella mia ora di libertà":

Di respirare la stessa aria
D'un secondino non mi va
Perciò ho deciso di rinunciare
Alla mia ora di libertà
Se c'è qualcosa da spartire
Tra un prigioniero e il suo piantone
Che non sia l'aria di quel cortile
Voglio soltanto che sia prigione
Che non sia l'aria di quel cortile
Voglio soltanto che sia prigione

È cominciata un'ora prima
E un'ora dopo era già finita
Ho visto gente venire sola
E poi insieme verso l'uscita
Non mi aspettavo un vostro errore
Uomini e donne di tribunale
Se fossi stato al vostro posto
Ma al vostro posto non ci so stare
Se fossi stato al vostro posto
Ma al vostro posto non ci so stare

Fuori dell'aula sulla strada
Ma in mezzo al fuori anche fuori di là
Ho chiesto al meglio della mia faccia
Una polemica di dignità
Tante le grinte, le ghigne, i musi
Vagli a spiegare che è primavera
E poi lo sanno, ma preferiscono
Vederla togliere a chi va in galera
E poi lo sanno, ma preferiscono
Vederla togliere a chi va in galera

Tante le grinte, le ghigne, i musi
Poche le facce, tra loro lei
Si sta chiedendo tutto in un giorno
Si suggerisce, ci giurerei
Quel che dirà di me alla gente
Quel che dirà ve lo dico io
Da un po' di tempo era un po' cambiato
Ma non nel dirmi amore mio
Da un po' di tempo era un po' cambiato
Ma non nel dirmi amore mio

Certo bisogna farne di strada
Da una ginnastica d'obbedienza
Fino ad un gesto molto più umano
Che ti dia il senso della violenza
Però bisogna farne altrettanta
Per diventare così coglioni
Da non riuscire più a capire
Che non ci sono poteri buoni
Da non riuscire più a capire
Che non ci sono poteri buoni

E adesso imparo un sacco di cose
In mezzo agli altri vestiti uguali
Tranne qual è il crimine giusto
Per non passare da criminali
Ci hanno insegnato la meraviglia
Verso la gente che ruba il pane
Ora sappiamo che è un delitto
Il non rubare quando si ha fame
Ora sappiamo che è un delitto
Il non rubare quando si ha fame

Di respirare la stessa aria
Dei secondini non ci va
E abbiam deciso di imprigionarli
Durante l'ora di libertà
Venite adesso alla prigione
State a sentire sulla porta
La nostra ultima canzone
Che vi ripete un'altra volta
Per quanto voi vi crediate assolti
Siete per sempre coinvolti
Per quanto voi vi crediate assolti
Siete per sempre coinvolti

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