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Costume e società

Sanremo, come e quando è nato il Festival della canzone italiana? Storia e curiosità

"Sanremo è Sanremo", ma perché tutti ne parlano? E com'è nato il mito? Ecco qualche passaggio chiave della storia della trasmissione televisiva diventata parte integrante della cultura pop italiana

Di curiosità e aneddoti sul Festival si Sanremo ce ne sono molti (ad esempio forse non tutti sanno che non è sempre stato ospitato dall’Ariston). Ma andiamo per ordine: il festival della canzone italiana è senza dubbio una delle trasmissioni televisive più seguite, chiacchierate, amate e criticate del nostro Paese. Riesce a tenere incollate agli schermi, per quasi una settimana, milioni di person, basti pensare che il picco di ascolto dell’edizione 2022 ha registrato 16 milioni 894 mila, con quasi 29 milioni di contatti. In generale, che sia per ascoltare rapiti gli artisti in gara o per criticare l’outfit di uno o la frase uscita male dell’altro, è difficile trovare un italiano che non guardi almeno un minuto del Festival, evento che si è trasformato sempre più in rito collettivo. Ma, oltre ai fan più accesi, chi ne conosce le origini? Scopriamole insieme.

Come racconta il sito istituzionale La mia Liguria, l’idea di una manifestazione canora sulla canzone italiana, dopo alcune esperienze simili negli anni ’30 e ‘40, venne ad Angelo Nicola Amato, direttore delle manifestazioni e delle pubbliche relazioni del Casinò di Sanremo e ad Angelo Nizza, conduttore radiofonico. E fu così che, dopo che Pier Bussetti e Giulio Razzi misero a punto il regolamento del concorso, nacque il Festival della Canzone Italiana di Sanremo.

La prima edizione del Festival si tenne a Sanremo nel 1951, ma non nel celebre Teatro Ariston. Tutte le prime edizioni fino al 1976 vennero ospitate dal Teatro del Casinò. In quella prima edizione tre soli interpreti si avvicendarono a cantare le 20 canzoni in gara: Nilla Pizzi, Achille Togliani e il Duo Fasano. Vinse Grazie dei fiori, interpretata da Nilla Pizzi, diventata poi insieme a Vola colomba – con cui la cantante vinse l’edizione del ’52 – l’immagine dell’Italia che si stava rialzando dopo la Guerra.

Gli anni Sessanta portarono brani come Non ho l’età di Gigliola Cinquetti (1964) o Zingara (1969) di Iva Zanicchi, i quali descrivevano un paese che aveva reimparato a godersi la vita. Con Chi non lavora non fa l’amore, Adriano Celentano, nel 1971, raccontava di un boom ormai agli sgoccioli. Mentre Vita spericolata (1983) di Vasco Rossi o Donne (1985) di Zucchero – due canzoni che al Festival non ebbero grande successo – restituivano la più vivida immagine degli anni Ottanta.

Come già detto, la manifestazione si è svolta nel Teatro del Casinò fino al 1976 e solo successivamente si trasferì al Teatro Ariston - tranne nel 1990, in occasione della 40° edizione, in cui fu scelto il PalaFiori del nuovo Mercato dei Fiori in valle Armea. Le edizioni fino al 1954 furono trasmesse solo per radio, ma furono sufficienti pochi anni perché la manifestazione si trasformasse in un evento televisivo trasmesso in Eurovisione da Raiuno. L’edizione di Sanremo del 1967 fu travolta da una tragedia: Luigi Tenco, non ammesso alla finale con la canzone “Ciao amore ciao”, verrà trovato morto nella stanza 209 dell’Hotel Savoy, il 27 gennaio 1967.

Tutto particolare, addirittura simbiotico, è il rapporto che il Festival ha sempre avuto con la televisione italiana. Una crescita parallela la loro, tanto da influenzarsi, compenetrarsi quasi l’uno nell’altra. Memorabili le 13 edizioni condotte da Pippo Baudo o le 11 presentate da Mike Bongiorno, al quale è stata dedicata una statua nel centro di Sanremo. Il 1986 fu la volta della prima donna conduttrice principale dell’evento: Loretta Goggi.

A partire dal 1984 (eccetto nel 2004), alla categoria Big si affianca quella delle Nuove Proposte (o Giovani). Dal 1982 è nato un premio della stampa, detto Premio della critica, che dal 1996 è dedicato a Mia Martini. Altri riconoscimenti e menzioni speciali vengono assegnati alle canzoni in gara come il Premio Volare per il miglior testo, musica ed arrangiamento, il premio alla carriera e il Premio di Regione Liguria.

La storia del Festival è anche quella dei grandi ospiti internazionali: sul palco dell’Ariston sono saliti le più grandi star, da David Bowie ai Queen, dai Kiss a Madonna, dai Duran Duran ai Take That, portando in giro per il mondo il nome della località ligure. 

Gli anni Novanta furono un momento di consacrazione per il Festival di Sanremo nella società italiana: la sigla d’apertura delle edizioni 1995 e 1996, “Perché Sanremo è Sanremo”, divenne un tormentone, in voga ancora oggi. La direzione di Pippo Baudo fece emergere nuove voci, destinate poi a rappresentare la canzone italiana all’estero, come Laura Pausini (vincitrice della categoria Giovani 1993), Biagio Antonacci, Andrea Bocelli e Giorgia, che vinse nel Festival di Sanremo 1995.

Con l’edizione 2015 il Festival di Sanremo è stato definitivamente collegato all’Eurovision Song Contest: la canzone vincitrice viene automaticamente designata a rappresentare l’Italia al concorso canoro europeo. Nell’edizione del 2019, con la vittoria di Mahmood e del suo brano “Soldi”, vinse per la prima volta una canzone appartenente al genere “urban”, rimasto fino a quel momento ai margini del Festival. Inoltre, la partecipazione di molti concorrenti provenienti da talent come X Factor o Amici e la forte presenza sui social network hanno contribuito ad avvinare sempre di più il pubblico giovane al Festival e assicurato le attenzioni delle case discografiche.

Dal 2020 il Festival è diretto e condotto da Amadeus, che ne ha rivoluzionato la formula con una bilanciata presenza di vecchie glorie e nuove fresche proposte. La sua direzione artistica ha riscontrato un buon successo, registrando un record nonostante la concomitanza con l’edizione 2021, segnata dalla pandemia di Covid-19 in cui, a causa delle misure di contenimento in vigore, il Festival si è svolto per la prima volta nella sua storia senza il pubblico all’interno del teatro Ariston. Anno in cui, tra l’altro, vinse per la prima volta un gruppo rock, i Måneskin, che nello stesso anno vinceranno anche l’Eurovision Song Contest, raggiungendo un successo planetario. L’edizione 2022, l’ultima fino ad ora, è stata caratterizzata da ascolti record e da un grande aumento del pubblico più giovane e si è conclusa, come tutti sapranno, con la vittoria del brano Brividi di Blanco in coppia con Mahmood. Cosa avrà in serbo l’edizione 2023?

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