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Costume e società

"Città Segrete", dove rivedere lo speciale di Augias su Genova tra entusiasmo e mugugno

Il programma ha diviso il pubblico genovese

Ha fatto molto discutere la puntata di "Città segrete" in onda su Rai Tre domenica 2 gennaio in cui Corrado Augias ha raccontato Genova.

La città è stata protagonista di uno speciale che ha portato gli spettatori alla scoperta di luoghi celebri e storie di personaggi noti, in bilico tra mistero, antichità e modernità, senza trascurare la cronaca dei gialli e dei grandi avvenimenti dei nostri anni, tra riprese, oggetti 3D e mappe virtuali.

È possibile rivedere la puntata di "Città segrete" su RaiPlay a questo link

Tanto è bastato: sui social si è subito scatenato il dibattito tra entusiasmo e il tipico mugugno genovese che avevamo già visto in occasione della rappresentazione della città in "Blanca" ma anche dello speciale "Le Meraviglie" di Alberto Angela proprio su Genova. A irritare molti commentatori, tra le altre cose, il fatto che non si sia parlato della figura di Gilberto Govi o Cristoforo Colombo, lasciando invece un po' troppo spazio ad altri genovesi come Fabrizio De André, Paolo Villaggio e Moana Pozzi: a volte sembravano documentari biografici a sé, ma la scelta editoriale è stata evidentemente quella di concentrarsi molto su alcuni personaggi anziché fare una carrellata di nomi. Ha suscitato critiche anche lo spazio dato alla tragedia della Costa Concordia, che pure con la nostra città c'entra poiché il relitto della la nave, naufragata all'Isola del Giglio nel 2012, venne trainato nel 2014 fino al porto di Genova (dopo cinque giorni di navigazione) dove venne definitivamente demolito, un'operazione delicatissima, molto laboriosa e lunga. Senza dubbio un evento che - pur nella tragedia - segnò la storia di Genova e della marineria italiana. Il programma chiude con l'attualità, e non può non parlare del crollo del Morandi e della ricostruzione del ponte San Giorgio.

Insomma, non una guida turistica né un documentario, ma un programma che voleva raccontare il capoluogo tra storia e attualità (si va da Garibaldi a Guido Rossa, da Paganini al G8, complicato raccontare una città in sole due ore senza finire sui soliti argomenti) senza disdegnare temi insoliti e non scontati. Certo, non sono mancate le inesattezze che hanno subito colpito i genovesi: da "il Faber" (con l'articolo davanti, alla milanese) per definire De André alla pronuncia di Guglielmo Embriaco (letto con l'accento sulla a, "Embriàco").

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