rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Costume e società

Giovani artisti genovesi: la storia dello street photographer Nicolò Rinaldi

"Quando mi trovo a dover creare un progetto fotografico per un cliente, so che posso fidarmi ciecamente del territorio genovese e ligure" dice il giovane fotografo

Nicolò Rinaldi è un fotografo specializzato in street photography e fotografia di documentazione. Nato nel 1995 a Genova, dopo aver investito otto anni della sua carriera nel campo dell’industria delle costruzioni navali, ha deciso di investire tutto se stesso nella sua grande passione. Si è formato da autodidatta e ha approfondito le tecniche necessarie per arrivare a dedicarsi interamente alla fotografia, trasformandola nella sua unica professione. Innamorato di Genova, ha deciso all'inizio di quest'anno di aprire qui il suo studio creativo, Lucid Dreams. 

Come ti chiami e cosa fai nella vita?

Sono Nicolò Rinaldi, con una “c”. Nella vita sono un fotografo, dalla fine dell’anno scorso. Ho finito il mio percorso scolastico al Nautico San Giorgio, ho subito lavorato prima in una piccola azienda, prima come disegnatore, poi come supervisore nell’industria della costruzione navale. Ad aprile dell'anno scorso ho deciso di fare questo cambio di vita, decidendo di diventare fotografo di professione, visto che lo ero già prima ma soltanto part time. 

Durante questo ultimo anno, ho capito meglio quali sono i generi fotografici che mi si addicono di più, la fotografia è un mondo enorme. Ho capito che quello che più mi interessa è la documentazione e la street photography. Per lavoro mi capita spesso di fare campagne fashion o eventi di moda, come la fashion week, che mi permettono di guadagnare facendo quello che mi piace. Tengo separate le due “anime” del mio lavoro attraverso due diversi profili social, uno è quello professionale nr_images, l’altro personale nclrnld, in cui pubblico i miei progetti più intimi, foto di viaggio, ritratti.

Come è nata la tua passione? Come la stai portando avanti?

Ho sempre avuto una passione per le illustrazioni, l’estetica e la fotografia. Mi sono approcciato al mondo dell’arte disegnando ma mi sono subito reso conto che non ero capace, non mi dava soddisfazione. Mi sono dedicato alla fotografia a partire dalla fine delle scuole medie e da lì ho provato ad imparare il più possibile. Sono fotografo da più o meno 8 anni. Con una punta di orgoglio posso dire che ho imparato tutto da autodidatta. Oggi con internet possiamo trovare quasi tutte le risposte alle nostre domande. Il percorso da autodidatta è più lungo, ma non meno completo. Ha il vantaggio di essere più libero e personalizzato, non segue un percorso già tracciato. 

Ho avuto la fortuna di essere stato contattato da Your Creative Academy, piattaforma online dedicata ai creativi di tutto il mondo, che mi ha chiesto di tenere un corso di fotografia analogica, ogni due venerdì una nuova lezione.

Che influenza pensi che abbia Genova sulla tua espressione artistica? Qual è in generale il tuo rapporto con la città? 

Genova per me è la città migliore del mondo. Sono nato qui e mi ritengo fortunatissimo. Ha un bellissimo centro storico, a misura d’uomo, perfetto per incontrarsi. Ti permette di fare attività sportiva, andare al mare. Ora sono fissato con il trade running, partire dal lungomare e arrivare su una vetta.

Quando mi trovo a dover creare un progetto fotografico per un cliente, so che posso fidarmi ciecamente del territorio genovese e ligure. Quando giro per strada a scattare in street photography mi piace giocare con geometrie e creare illusioni, giochi prospettici. A volte mi capita che la gente si accorge di essere fotografata e mi fa domande, è curiosa. Ho sempre incontrato persone disponibili. Penso che il trucco sia mostrarsi gentili e sorridere sempre. 

Una cosa che ami e una che odi di Genova?

Amo tante cose di Genova, ma al primo posto c’è focaccia. Sarò banale, ma non dobbiamo svilire questo dono del Signore che abbiamo. Un’altra cosa che amo moltissimo è anche la sensazione che provo quando torno a casa nelle sere estive, con la mia Vespa, il vento caldo, il sole che tramonta. È una situazione che non riuscirei a ritrovare da nessun’altra parte.  

Una cosa che non mi piace è il fatto che Genova sarebbe una città predisposta per eventi e attività per giovani ma non ne fa o, se e quando ne fa, non li comunica nel migliore dei modi. 

Come e dove ti vedi tra qualche anno? Preferiresti concentrare la tua attività in ambito genovese/ligure o ti vedi in un altro ambiente?

Se mi vedessi in un altro ambiente non avrei aperto all’inizio dell’anno il mio studio qui. Essendo un documentarista e uno street photographer non posso vedermi fisso qui, per lavoro devo girare, però spero di avere la mia base nella mia città ancora per parecchi anni. 

Quali sono secondo te gli aspetti che si potrebbero migliorare qui?

Sarebbe bello organizzare attività per giovani a 360 gradi, con talk, azioni, concorsi. Trovare modi per coinvolgere di più i creativi, sponsorizzare i loro progetti attraverso concorsi aperti a tutti. E migliorare la comunicazione e la pubblicità potrebbe sicuramente aiutare. 

Quali sono i tuoi legami con gli altri giovani artisti di questa città/regione?

Ho legami molto stretti, che riguardano sia rapporti di collaborazione sia di amicizia. Il mio è un lavoro che ti permette di conoscere tante persone con passioni affini alle tue, è facile trovare gente con cui stai bene. Tra i miei amici più stretti ci sono tantissimi creativi, videomaker, illustratori. Mi sono sempre circondato di persone positive e appassionate. Mi sono invece sempre allontanato da chi è particolarmente invidioso o competitivo. Penso che la competizione sia sana e sia utile per migliorarsi, ma non debba mai diventare eccessiva.

Durante il lockdown mi è venuta l’idea di lanciare Photo Talk, una serie di appuntamenti prima online e poi fisici per tutti i creativi e gli appassionati di fotografia, videomaking, cinema. È stato bello conoscerli in videochiamata e avere avuto modo poi di conoscerli dal vivo. Le persone erano lì per arricchirsi. Si sono accesi anche dibattiti ma costruttivi.

Un consiglio che daresti ai giovani che vogliono intraprendere il tuo stesso percorso?

Non limitarsi agli schemi, come può essere un percorso accademico. Iniziare anche da autodidatti, documentarsi, imparare con lezioni online e scattare tanto. A quel punto poi, nel caso, intraprendere un percorso di approfondimento. Lavorando full time in un cantiere navale non avevo il tempo per seguire corsi e mi sono avvicinato a questa professione un passo alla volta. Come si mangia un elefante? Si mangia un pezzetto alla volta. Mi piace molto questa filosofia. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Giovani artisti genovesi: la storia dello street photographer Nicolò Rinaldi

GenovaToday è in caricamento