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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Costume e società

La leggenda ligure di Cataenin, il fegatello e il fantasma

Un racconto popolare che arriva dalla provincia della Spezia

In Liguria, specie in provincia della Spezia, si racconta la leggenda di Cataenin e del fegatello. Questa storia è contenuta in "Saggio di folclore spezzino" di Ubaldo Mazzini, un volume risalente al 1913.

Il racconto popolare narra di Cataenin, vissuta tanto tempo fa insieme al marito che faceva il becchino, e che era un grande appassionato di fegatello. Più che appassionato: si può dire che non mangiava nient'altro, e andava su tutte le furie se tornava a casa e non c'era un po' di fegatello per lui.

Un giorno Cataenin, dopo aver girato disperata tutte le botteghe, tornò a casa senza fegatello perché non ce l'aveva più nessuno. La donna si disperò, pensando che suo marito si sarebbe arrabbiato con lei. Ma, d'altronde, come fare? Le venne un'idea: il giorno prima suo marito aveva seppellito un morto, avrebbe potuto andare di nascosto al cimitero, dissotterrarlo, e prendere un po' del suo fegato per il consorte.

Così fece, e quella sera il marito non solo non si accorse di niente, ma si leccò pure i baffi complimentandosi con Cataenin per quel piatto così goloso. La moglie subito ne fu felice, poi iniziò a pensare di aver agito in modo profondamente sbagliato e iniziò a sentirsi in colpa per il suo gesto abominevole.

Insomma, arrivò la notte, e i due coniugi andarono a dormire. Ma a mezzanotte in punto, la donna fu svegliata da un gran baccano al piano di sotto. C'era qualcuno in fondo alle scale: «Cataenin, ridammi il mio fegato!». Era il fantasma del morto. La donna iniziò a tremare per la paura.

«Cataenin, sono sul primo gradino, dammi il mio fegato... Cataenin, sono sul secondo gradino, dammi il mio fegato... Cataenin, sono sul terzo gradino».

La donna era terrorizzata: la voce continuava il suo percorso. Sul quarto gradino, sul quinto, alla porta della camera, dentro la stanza... finché: «Cataenin, sono dentro il letto, dammi il mio fegato!». La donna gridò e morì di paura. Alla fine, il fantasma, si prese il fegato: quello di Cataenin.

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