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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Costume e società

Curiosità: il garibaldino di Sampierdarena che volle forbici e fucile sulla sua lapide

La sua tomba si trova al cimitero degli Angeli. Si dice anche che volle essere sepolto con la camicia rossa

Sappiamo molto bene che Genova è legata alla figura di Garibaldi e all'impresa dei Mille, che partirono proprio da Quarto. Era la sera del 5 maggio 1860, e poco più di mille uomini - comandati da Giuseppe Garibaldi - salparono per la Sicilia a bordo dei piroscafi "Piemonte" e "Lombardo" per appoggiare le rivolte scoppiate nell'isola e capovolgere il governo borbonico. L'obiettivo era abbattere il Regno delle Due Sicilie e dare la spinta decisiva alla formazione dell'unità d'Italia.

Molti sono i genovesi che appoggiarono la causa, profondamente convinti dei propri ideali, tanto che vollero essere ricordati per il loro contributo anche dopo la morte. È il caso della particolare tomba di Giovanni Mazzetti di Sampierdarena, sepolto nel cimitero degli Angeli, personaggio singolare e molto conosciuto da tutti, all'epoca.

Mazzetti - nato a Gallarate nel 1839 e morto a Sampierdarena nel 1914 - era un venditore di stoffe, grande garibaldino, che fece scolpire addirittura sulla propria lapide le forbici, un rotolo di tela e il fucile usato nell'impresa dei Mille. Si dice anche - ma questa è una leggenda non confermata - che volle essere seppellito indossando la camicia rossa.

"Uomo di ammirabili virtù caritatevoli - si legge sulla sua lapide - dedicò tutta la sua vita al lavoro commerciale e per la liberazione d’Italia fece le campagne con Garibaldi lasciando larga eredità di stima e di affetto e fu carabiniere genovese".

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