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Giovedì, 28 Marzo 2024
Costume e società Recco

Sagra del fuoco di Recco: quando è nata e cosa si festeggia?

Il cielo di Recco ogni anno si tinge di mille colori durante le notti del 6,7 e 8 settembre, in occasione di un festeggiamento speciale per la città

Serata conclusiva per la Sagra del fuoco di Recco. Ogni anno, il 6, 7 e 8 settembre si svolgono i festeggiamenti in onore di Nostra Signora del Suffragio. La città di Recco, per l'occasione, si divide in sette quartieri, le cui origini risalgono agli inizi del secolo scorso.

Nella Riviera di levante, durante le feste patronali usa portare avanti la tradizione delle salve di saluto, colpi che fungono da sostituti civili delle salve di cannone militari. A Recco questa usanza risale agli inizi del Quattrocento ed è legata al culto della Suffragina, la Madonna del Suffragio, da secoli patrona e protettrice della città. Attesta la storicità di questa tradizione una tavoletta ex voto conservata nella santuario Nostra Signora delle Grazie di Megli, risalente al 1700, dove si vede un uomo con il cappello a tricorno che segue una sparata di "mascoli".

Cosa sono i “mascoli”?

In occasione di feste e manifestazioni, le salve di saluto non potevano certo essere affidate ai cannoni custoditi nelle fortezze della Repubblica di Genova. Fu così che vennero inventati dei piccoli oggetti metallici, definiti appunto mascoli, che potessero essere ricaricati con minime quantità di polvere da sparo. Grazie alle loro piccole dimensioni, era inoltre possibile trasportarli e collocarli in modo tale da creare disegni, chiamati “riondini”.

Il tradizionale programma

La giornata dell'8 settemmbre è la principale e attira ogni anno migliaia di spettatori, ecco il programma. Alle 3:30 viene dato il cosiddetto “saluto dell’alba”, a cui segue la solenne messa delle 4:30 nel Santuario. Presso la rotonda Baden Powell del lungomare di Recco, un centinaio di mascoli saluta la Vergine Maria nel giorno della sua Natività. Alle 12.30 comincia un’altra sparata di mascoli del Quartiere Verzemma nel greto del torrente antistante il Santuario. Alle 20 si tengono i secondi Vespri e la Solenne Processione per le vie cittadine con l’Arca di N.S. del Suffragio, accompagnata dalle Confraternite con i loro Crocifissi e salutata dalle sparate di mascoli dei quartieri di Collodari, Liceto, Verzemma, Bastia, Spiaggia e Ponte. Alle 23 hanno inizio i celebri spettacoli pirotecnici, che partono dal molo di levante del Quartiere Bastia, per poi passare a quello di ponente, del Quartiere Ponte, e infine quello del Quartiere Collodari. La festa si conclude a mezzanotte con la sparata finale di mascoli del Quartiere San Martino, nel greto del torrente. Fino a qualche anno fa la fine della sparata avveniva con l’accensione della “colomba” (attraverso un cavo “si incendiava” una cascata posizionata sul campanile della chiesa di S.Michele).

Le sparate dei mascoli hanno origini antichissime e, a Recco, sono di gran lunga antecedenti all’incoronazione solenne della Suffraggina, avvenuta per opera del cardinale Lambruschini l’8 settembre del 1824 (da qui i principali festeggiamenti della Sagra del Fuoco l’8 settembre di ogni anno). I recchellini infatti veneravano la Madonna del Suffragio già da tempo: emigrati nelle lontane Americhe, portavano sempre con loro questo culto e in occasione della ricorrenza inviavano oblazioni per la festa.

Sagra del Fuoco 2022: il programma completo

La sparata dei "mascoli" in passato

Durante il periodo bellico e nel primo periodo di ricostruzione, la festa è sempre stata portata avanti, nonostante le difficoltà causate dalla guerra che rasero al suolo tutto l’abitato. Il 1974, 150esimo anniversario dell’incoronazione di N. S. del Suffragio, fu l’ultimo anno in cui i quartieri effettuarono le sparate e i fuochi d'artificio nei loro rioni di appartenenza. Dall’anno successivo, i fuochi vennero trasferiti al mare per motivi di sicurezza, a causa dell’espansione edilizia di Recco. 

Nei primi anni del dopoguerra l’intero festeggiamento era affidato alla fabbrica di fuochi artificiali di Carlitto Mosto che, insieme a Manuelo Leverone di Cicagna, e alla ditta "Garabrino" detta la “Pizzetti” di Cicagna, fu il maestro pirotecnico incontrastato fino agli inizi degli anni Sessanta. Dopo la loro scomparsa si e’ persa la tradizione pirotecnica ligure a favore di quella napoletana. Dal 1990 la tradizione pirotecnica ligure ha un nuovo erede: è Carlo Ferreccio di Recco che fu allievo di Carlitto Mosto e che oggi prosegue tra mille difficoltà questa nobile arte.

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