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Giovedì, 18 Aprile 2024
Costume e società

40 giorni offline isolato senza alcun mezzo di comunicazione, durante l'arrivo del covid-19

La sfida del cantautore e rapper Mike FC che si era messo a vivere da solo e senza tecnologia nell'entroterra quando ancora il coronavirus non sembrava così preoccupante

Come sarebbe la vita senza telefono, internet, tv, computer e orologio in un luogo in mezzo alla natura? Mike FC, cantautore e rapper in lingua italiana e ligure, si è messo alla ricerca di una risposta a questa domanda, decidendo di vivere “offline”, da solo e senza tecnologia, nell’entroterra genovese per quaranta giorni.

La sfida può già sembrare avvincente, ma a renderla ancora più particolare c’è un altro dettaglio. Mike è partito il 3 marzo 2020 e ha sotterrato il telefono, sapeva che le scuole in Liguria avrebbero riaperto nel giro di qualche giorno e che il covid-19 non era considerato preoccupante. Vivendo in un rifugio raggiungibile solo a piedi e senza strumenti di comunicazione, è rimasto ignaro della situazione nel resto d’Italia, venendo a sapere solo grazie a un paio di escursionisti che nel mondo c’era una pandemia in corso.

Durante i quaranta giorni Mike ha filmato la vita quotidiana, ha descritto le sensazioni vissute, le scoperte e gli esperimenti, racchiudendo queste esperienze in un videoracconto che sarà pubblicato sul suo canale YouTube venerdì 2 aprile 2021, poco prima di Pasqua. Una data significativa in quanto proprio alla vigilia di Pasqua 2020 Mike faceva ritorno alla “civiltà”, un rientro traumatico per certi aspetti, in netto contrasto con le sensazioni vissute durante il periodo offline.

Nel videoracconto il protagonista spiega come disconnettersi e ascoltare i suoni della natura possa aiutare a riconnettersi con sé stessi, riscoprendo valori come la semplicità, il rispetto per la vita e l’accettazione del proprio corpo. Non è un caso se in quel periodo Mike ha scritto sei canzoni, che costituiscono il suo nuovo progetto musicale dal titolo “Messaggio”; lo “stacco” da un mondo che spesso va troppo veloce, può essere occasione di riscoperta della propria creatività e della propria essenza, talvolta soffocate da quello che pensiamo che il mondo si aspetti da noi.

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