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Liste d'attesa e visite 'urgenti': "Pazienti costretti a rifare le richieste perché scadono"

Selena Candia (Lista Sansa) ha sollevato il problema in consiglio regionale: "Nonostante le rassicurazioni di Toti è evidente che qualcosa non funzioni, liguri costretti a spostarsi anche di 100 km o a rivolgersi ai privati per una visita in tempi ragionevoli"

Nell'ultima seduta del consiglio regionale Selena Candia (Lista Sansa) ha presentato un'interrogazione, sottoscritta da tutto il gruppo, in cui ha chiesto alla giunta di istituire liste d’attesa a chiamata per rispettare le classi di prenotazione senza farle scadere evitando, così, che il paziente sia costretto a chiedere una nuova richiesta medica. La consigliera ha rilevato che sempre più pazienti, per riuscire ad effettuare gli esami nei tempi previsti, sono costretti a spostarsi in asl diverse da quelle di appartenenza o a rivolgersi alla sanità privata.

Il presidente della giunta con delega alla sanità Giovanni Toti ha precisato che il cup non gestisce le prestazioni di classe 'urgente' che sono prese in carico dalle aziende sanitarie. Toti ha evidenziato, inoltre, che la validità della richiesta per la prescrizione di prestazioni specialistiche e di diagnostica ambulatoriale non coincide con la priorità pertanto non è necessario emettere nuove richieste per la prescrizione di prestazioni, anche nel caso per le stesse non ci sia disponibilità nel rispetto del livello di priorit.  Toti, infine, ha ricordato che in ogni azienda esiste un 'percorso di tutela' con sistemi di accesso alternativi.

Le risposte del governatore non hanno però convinto Selena Candia che in una nota ha ribattuto: "Nonostante le rassicurazioni di Toti è evidente che qualcosa non funzioni sulle prenotazione tramite Cup delle visite nei tempi prescritti dalle richieste mediche, soprattutto quelle urgenti entro 10 giorni. Spesso i pazienti si trovano costretti a rifare le richieste mediche perché le lunghe liste d'attesa non permettono il rispetto dei tempi stabiliti".

“Toti ha risposto alla nostra interrogazione dicendo che le richieste non scadono -  spiega Candia - ma la realtà è che medici e pazienti si trovano spesso costretti a rifare le richieste mediche proprio perché è impossibile rispettare i tempi prestabiliti, soprattutto i 10 giorni per le visite urgenti. Il presidente e assessore ha inoltre provato a rassicurarci dicendo che il problema verrà risolto man mano che verrà implementato il nuovo software di prenotazione - conclude la consigliera regionale - ma non ci è chiaro come il software possa evitare ai liguri di spostarsi anche di 100 km all'interno della stessa regione, o di passare per i privati, per avere esami in tempi ragionevoli. Per risolvere questo problema la soluzione non è un software ma assumere personale e riorganizzare la sanità pubblica".

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