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Uber, la politica corre ai ripari

Il Comune di Genova intende organizzare interventi di polizia giudiziaria sul nuovo servizio di trasporto collettivo Uber, che ha suscitato la vibrante protesta dei tassisti

Ieri in consiglio comunale, Matteo Campora (Pdl), Alfonso Gioia (Udc) ed Edoardo Rixi (Lega Nord) hanno chiesto quali azioni intenda promuovere l'amministrazione comunale, per sensibilizzare la cittadinanza a non usufruire del servizio di trasporto collettivo Uber, in concorrenza sleale con i tassisti, e che non garantisce la sicurezza dell'utenza.

Campora: «i giornali semplificano la questione, presentando Uber come una semplice app che mette in contatto cliente e fornitore del servizio. In realtà si tratta di ben altro. Tra l'altro sul sito di Uber non appare neanche un codice fiscale. Ci sono cittadini che rispettano le regole e altri no. Se fosse vero che l'attività è lecita, ciò significherebbe che in tutti questi anni i tassisti sono stati presi in giro».

Gioia: «questa amministrazione ha interesse a tutelare la legalità o a favorire l'abusivismo? E ha interesse a salvaguardare l'incolumità dei cittadini? La giunta comunale e quella regionale, a quanto pare, stanno studiando le possibili soluzioni. Non vorrei che mentre si studia sparisse la categoria dei tassisti».

Rixi: «in questo Paese le istituzioni da tempo hanno smesso di fare il loro dovere, che è normare. I cittadini che, intendendo fare i tassisti, si sono messi in regola, sono adesso svantaggiati. I tassisti rispettano norme a volte astruse. Adesso si consente il proliferare dell'abusivismo, al di fuori di ogni norma».

A rispondere ci hanno pensato gli assessori Anna Dagnino ed Elena Fiorini.
Dagnino: «è evidente che la tutela della legalità e delle regole come la tutela dei cittadini sono il nostro punto di partenza. Dal primo momento, in comunicazione con i sindacati e con le aziende, abbiamo avviato le verifiche sulla legalità».

Fiorini: «la legalità ha diversi profili: normativa di settore, libera concorrenza, esercizio abusivo di professione, incolumità dei cittadini e loro garanzia. Il nostro impegno non è in discussione. Stiamo lavorando, anche se non si vede, anche grazie alle sollecitazioni dei tassisti e dei cittadini. La società Uber offre servizi in tutto il mondo. Altre città hanno dovuto affrontare prima di noi questa tematica. Ci sono state posizioni di sindaci e del ministero. La fattispecie è complessa: in Germania, per esempio, la corte federale ha dovuto revocare il divieto di operare per Uber Pop, a causa di un particolare aspetto giuridico. La reazione dell’amministrazione deve essere corretta. Al momento, dopo lo studio, si tratta di organizzare gli interventi di polizia giudiziaria».

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