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Una sola delibera in due mesi, il Pd contro la "pigrizia" di Tursi

I consiglieri Giovanni Vassallo e Paolo Gozzi in "sciopero" contro l'inerzia della giunta, mentre i vertici del Pd ligure annunciano: «Ci asterremo finché il sindaco ci convocherà per definire cosa fare»

Esplode la polemica a Palazzo Tursi dopo settimane di “pigrizia” da parte della giunta, che per il Pd sarebbe colpevole di non proporre abbastanza delibere e di rendere «inutili» le sedute del consiglio Comunale: un disagio tutto interno alla maggioranza, venuto alla luce proprio durante l’assemblea odierna, durante la quale due consiglieri, Giovanni Vassallo e Paolo Gozzi, hanno messo in scena un vero e proprio “sciopero” sottolineando che nelle ultime 8 settimane è stata approvata una sola delibera e parlando di «inerzia amministrativa».

A scendere in campo per manifestare tutto il disappunto della maggioranza sono stati anche Simone Farello, capogruppo del Pd a Tursi, e Alessandro Terrile, segretario provinciale del partito, che in una nota hanno confermato l’intenzione di «astenersi dalle riunioni di maggioranza ed esprimere pareri sugli atti della giunta solo nelle sedi consiliari, almeno sino a quando il sindaco non ci convocherà per definire cosa fare nella seconda fase del mandato».

«Da tempo il gruppo consiliare del Partito Democratico ha manifestato preoccupazione per il reiterarsi di sedute del consiglio senza proposte di delibere da parte della giunta - prosegue lo sfogo - Tutto questo non solo mentre la città affronta quotidianamente problemi e crisi di diversa natura, ma in un contesto politico in cui al cambio degli assessori non corrisponde un'adeguata capacità dell'amministrazione di definire un'agenda delle priorità e di attuare provvedimenti concreti». L’attenzione si è spostata quindi sul sindaco Marco Doria, con una stoccata sulle imminenti elezioni regionali: «Non è certo pensabile che il Comune di Genova aspetti l'esito per assumere decisioni significative che rivestano un'importanza strategica di cui è pienamente responsabile».

La parola adesso passa al primo cittadino, che durante il consiglio Comunale ha preferito non commentare nonostante le richieste di chiarimento arrivate dai consiglieri in aula.

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