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Toti sulla crisi di governo: «Se si aprissero le consultazioni per una nuova maggioranza vedremo cosa fare»

Il leader di Cambiamo! e presidente della Regione Liguria: «Se si apriranno le consultazioni, a questo punto credo che responsabili debbano essere tutte le forze politiche in parlamento»

Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti ha commentato nel tardo pomeriggio, ai microfoni di diverse televisioni, la crisi di governo. E lascia filtrare un messaggio tra le righe: se dopo la crisi si aprissero nuovi scenari come le consultazioni per un nuovo governo di unità nazionale e una nuova maggioranza, senza andare al voto, la sua forza politica potrebbe mettersi a disposizione.

«Vediamo cosa succede all'interno della maggioranza - ha detto ai microfoni di La7 - se troveranno un accordo e riusciranno a ripartire con speriamo più efficacia, buona fortuna. Se si aprirà una crisi, vedremo dove andiamo, certo che è difficile pensare al voto con il Comitato tecnico scientifico che chiede di non votare. Dovremo dare risposte all'Europa, vaccinare il Paese, credo che sarebbe una cosa irresponsabile. Io ho aspettato le regionali per 4 mesi, per andare a votare nel momento in cui il covid morde di meno. Le scelte da prendere sono importanti, serve una grande condivisione nazionale, se questa maggioranza non ci sarà più si dovrà andare a una nuova maggioranza larga».

A proposito dell'ipotesi di un eventuale governo guidato da Mario Draghi, Toti ha aggiunto: «Dio volesse, ma non credo che in questa situazione abbia voglia di scendere in campo. Ci fosse un Conte-ter vedremo come si presenterà, provo simpatia umana per Conte, abbiamo collaborato anche per il ponte di Genova, ma il tema è un progetto politico di maggioranza. Non credo si possa chiedere di tenere in piedi un governo con poche idee e confuse e con un manipolo di responsabili, per me "irresponsabili", che prolungano l'agonia. In questa maggioranza nessuno di noi entrerà, poi se si apriranno nuovi scenari dopo la crisi, e se si apriranno le consultazioni, allora vedremo, a questo punto credo che responsabili debbano essere tutte le forze politiche in parlamento».

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