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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Azzardo, Toti rinvia la legge e il Comune attacca

Il presidente della Regione: «Legge ideologica e ingiusta». Il sindaco Doria replica: «Noi all'avanguardia contro la piaga del gioco d'azzardo, tutti gli enti pubblici devono impegnarsi»

Il presidente della regione Liguria Giovanni Toti ha annunciato il rinviodi un anno delle norme regionali sul gioco d'azzardo che sarebbero dovute entrare in vigore dal 2 maggio di quest'anno, dopo 5 anni di deroghe. Legge regionale che avrebbe dovuto modificare radicalmente la presenza delle sale da gioco in città e ridurre in maniera drastica il numero di slot machine all'interno di bar e e tabaccherie genovesi, inserendo vincoli di distanza da luoghi sensibili come chiese, scuole, case di riposo, stabilimenti balneari e impianti sportivi. 

La possibilità del rinvio era già stato oggetto di discussioni nelle scorse settimane con la dura presa di posizione della Consulta comunale, ma il presidente regionale aveva finora tenuto un profilo basso; ha rotto gli indugi ieri partecipando alla convention nazionale della Federazione Tabaccai dichiarando: «Credo che questa legge, secondo noi ideologica e ingiusta ed ereditata dalla precedente amministrazione, non possa entrare in vigore così come è; su questo non abbiamo dubbi e nelle prossime settimane provvederemo a prorogare la legislazione vigente in modo che poi si possa procedere a un confronto con tutte le categorie coinvolte».

Il presidente Toti ha poi aggiunto: «Diciamo no agli interventi che fanno chiudere i piccoli esercizi e aprire mini casinò. Io non credo che distruggere la rete del commercio del nostro Paese aiuti una delle persone che sono malate di una patologia come la ludopatia. Serve una legge che dia equilibrio al sistema e non tratti tutte le situazioni allo stesso modo. Non credo che se un genitore esce a comprare il dolce della domenica dopo la messa e acquista un gratta e vinci o gioca una schedina al Superenalotto mentre sorseggia un caffè porti un danno alla sua famiglia».

Le parole di Toti non sono piaciute all'amministrazione comunale con il sindaco di Genova Marco Doria che ha dichiarato: «Siamo stati all'avanguardia contro la piaga del gioco d'azzardo e vorremmo che tutti gli enti pubblici si impegnassero allo stesso modo». Contro il governatore anche l'assessore a leglità e diritti Elena Fiorini che attraverso un post pubblicato sulla propria pagina facebook ha attaccato: «Toti sembra scoprire oggi, dopo due anni al governo della Liguria, che abbiamo una legge regionale che ha fatto scuola in Italia e che ha già ridotto in modo consistente e finora graduale l'azzardo nella nostra città. E che fa? Definendola "ideologica e ingiusta", si appresta a congelarne gli effetti. Non una parola, e mi pare indicativo, su chi cade vittima dell'azzardo, complice la macchinetta sottocasa (e gli esperti dicono che la ludopatia si incrementa proprio a causa della diffusione capillare e nel quotidiano delle occasioni di gioco), spendendo così in molti casi tutta la sua magra pensione; neppure una parola per chi finisce in mano agli usurai o per i cittadini dei quartieri ridotti ad abitare in piccole Las Vegas, mentre ieri si spara davanti a una sala slot di Cornigliano e a Genova pochi mesi fa un uomo ha sterminato la propria famiglia a causa di debiti contratti per "giocare". Sono cinque anni che in Comune lavoriamo seriamente: ridotte da 59 a 29 le sale gioco, attività di sensibilizzazione per il tramite della Consulta (della quale fanno parte anche esercenti e tabaccai) che ha portato molti ad eliminare le macchinette nei propri esercizi commerciali e nei circoli, sostegno e collaborazione con Sert e associazioni che si occupano di ludopatia. Il rinvio secco è una presa in giro per i cittadini e per i tanti esercenti che non hanno mai installato o hanno già tolto le slot. La ricerca dei voti sulla pelle dei più deboli».

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