Teatro Carlo Felice: i sindacati chiedono un tavolo di concertazione
Le organizzazioni sindacali del Teatro Carlo Felice lamentano come oggi si siano nuovamente levate le voci di chi sembra avere come obiettivo dichiarato la totale destrutturazione della Fondazione stessa
Genova - Le organizzazioni sindacali del Teatro Carlo Felice, interrompendo il silenzio fin qui osservato nell’attesa di proposte realistiche ed accettabili per porre fine allo stato di emergenza in cui versa la Fondazione, devono oggi prendere atto di come, viceversa, si siano nuovamente levate le voci di chi sembra avere come obiettivo dichiarato la totale destrutturazione della Fondazione stessa attraverso procedure incompatibili con la sua funzione, i suoi scopi statutari, la sua legislazione.
Diventa quindi necessario richiamare alla memoria di tutti come le vicissitudini degli ultimi anni – dal fallimento del Fondo integrativo aziendale all’applicazione dei Contratti di Solidarietà, passando per il commissariamento deciso dalla Sindaco Vincenzi - hanno visto i lavoratori del Teatro (peraltro additati alla pubblica opinione quali responsabili della crisi in atto) pagare il prezzo delle manchevolezze delle dirigenze succedutesi e delle inadempienze degli organismi che avrebbero dovuto controllarne l’operato, a partire dai Consigli d’Amministrazione.
In particolare a Sergio Maifredi, generoso inventore di ‘soluzioni’ tanto drastiche quanto fantasiose, sarebbe il caso di domandare dove si trovava al momento dell’approvazione dei bilanci e dell’ultimo – completamente disatteso – piano industriale; o di chiedere come ha cercato, in qualità di membro del CDA, di scongiurare la crisi, e perché – vista l’inutilità dei suoi interventi - non si è semplicemente dimesso, chiamandosi fuori da responsabilità che, ormai, deve invece assumersi al pari dei colleghi.
Ciò detto, le scriventi organizzazioni sindacali - forti dell’esplicito impegno assunto in tal senso dal Consiglio Regionale – rinnovano la richiesta e restano in fiduciosa attesa dell’apertura del tavolo di concertazione che - coinvolgendo Regione, Comune e parti sociali - si ponga alla ricerca di un percorso realistico e applicabile verso una soluzione condivisa alla grave crisi che minaccia la sopravvivenza della nostra massima istituzione culturale.