Niente più scuola il sabato, l'allarme della Provincia: «Non ci sono soldi»
A partire da settembre gli istituti genovesi aderiranno alla cosiddetta settimana corta, un provvedimento che consentirebbe di risparmiare 1 milione di euro sulle utenze
Niente più scuola il sabato per gli studenti delle superiori: a partire dal prossimo anno scolastico gli 88 istituti genovesi apriranno i battenti solo da lunedì e venerdì, un provvedimento finalizzato a tagliare i costi che farebbe risparmiare alla Provincia circa 1 milione di euro «per il riscaldamento, l’energia elettrica e le altre utenze», come ha sottolineato in una nota il commissario Pietro Fossati.
La settimana corta prenderà il via a settembre, con l’inizio del nuovo anno scolastico, e gli istituti superiori dovranno necessariamente riorganizzare gli orari in modo da svolgere tutte le lezioni previste dal Ministero. Una decisione già presa qualche mese fa da altre scuole superiori a numero chiuso, che hanno deciso di chiudere i battenti il sabato sempre per ridurre le spese. Secondo Fossati però il provvedimento da solo non sarà sufficiente a uscire dalla crisi, determinata da «pesanti tagli ai trasferimenti agli Enti locali e aggravata dai provvedimenti governativi», ma bisognerà ridurre le spese di altri 5 milioni, «per far fronte ai nuovi, pesantissimi tagli nazionali ed evitare il dissesto finanziario».
Per la Provincia il quadro attuale è drammaticamente chiaro: non ci sono i soldi, e la scelta di chiudere le scuole il sabato era «inevitabile», ha proseguito Fossati, che nel confronto con i dirigenti scolastici ha raccolto adesioni da parte di istituti tecnici e professionali e qualche prevedibile perplessità da parte dei licei: «Comprendo la loro difficoltà, che è anche la nostra, però sono convinto che da qui alla riapertura di settembre ogni istituto potrà riorganizzare al meglio la propria attività, nella consapevolezza che qualche sacrificio dovremo farlo tutti».