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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Sanità, la Corte dei Conti boccia quella ligure. Toti: «Incomprensibile»

Per i giudici contabili i servizi sanitari garantiti dalla Regione costano troppo rispetto a quanto effettivamente erogato. Opposizioni all'attacco, la Regione replica

La sanità ligure ha il peggior disavanzo del Paese, pari a 64 milioni di euro, dopo il Molise. A sostenerlo il procuratore regionale della Corte dei Conti della Liguria, Claudio Mori, nel corso del giudizio di parifica dell'esercizio finanziario 2019 della Regione, che si è tenuto giovedì per la prima volta in videoconferenza. 

La procura regionale, così come la sezione di controllo, sottolinea come tutti i risultati di esercizio dal 2017 al 2019 abbiamo avuto segno negativo. Secondo il procuratore regionale, inoltre, la Regione non sarebbe riuscita a conseguire gli obiettivi che si era posta con un'apposita legge, che prevedeva di ridurre le perdite.

«Sarebbe necessario comprendere, anche ai fini del doveroso rispetto del principio di trasparenza dei bilanci e del principio dell'accountability, le ragioni del mancato raggiungimento degli obiettivi», scrive il procuratore nella sua relazione, dove viene messo in discussione anche l'effettivo ruolo di Alisa, azienda nata nel 2016 che tra i suoi compiti ha quello della programmazione della spesa sanitaria. 

Il trend negativo prosegue dal 2014, confermando «la scarsa attrattività del sistema sanitario regionale ligure». Per il procuratore, dunque, il sistema sanitario ligure ha un costo pro-capite «molto elevato, e non finanzia la qualità delle prestazioni, ma finanzia l'inefficienza del sistema sanitario, il quale, a sua volta, eroga prestazioni di media-bassa qualità».

La replica di Toti: «Non condividiamo e non comprendiamo»

Il governatore ligure, Giovanni Toti, ha replicato a quanto emerso parlando di «giudizi della Procura della Corte dei Conti che non possiamo condividere e non comprendiamo con quale metodo siano stati elaborati». 

«Sentir parlare di livello qualitativo medio-basso della nostra sanità, considerato anche lo sforzo e i risultati ottenuti durante emergenza Covid, francamente ci lascia perplessi», prosegue Toti, sottolineando che «il giudizio di parifica, e in generale l’attività della Corte, si muove sempre, e i giudici dovrebbero tenerlo ben presente, in uno dei gangli più delicati dell’equilibrio dei poteri in tutti le democrazie, cioè tra il principio di legalità e la sovranità che, per l’articolo 1 della Costituzione, appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione, attraverso i suoi rappresentanti. Pertanto, continua a lasciarci perplessi la volontà della Corte, e delle Corti in generale, di esprimere giudizi sulle politiche decise dalle varie amministrazioni, giudizi che eccedono il controllo di mera qualità della spesa».

«Andando ad analizzare la parte sanitaria – ha detto l’assessore alla Sanità Sonia Viale - ricordo che la qualità è misurata dal Ministero della Salute con le griglie Lea. Secondo il Ministero nel 2018 siamo stati la seconda miglior regione italiana per progressi della tabella nazionale dei Livelli essenziali di assistenza rispetto all’anno precedente, piazzandosi così al sesto posto a livello nazionale. Penso che il Ministero della Salute abbia strumenti più appropriati per valutare la qualità in sanità rispetto a quelli della Corte dei Conti. Sulla tenuta dei bilanci è certamente importante che la sanità contenga il disavanzo, ma la cura delle persone ma non può essere una semplice attività ragionieristica: togliere posti letto e chiudere ospedali può far quadrare i conti, ma significa togliere servizi». 

«La nostra scelta politica - conclude Viale - è stata quella di non chiudere neppure un ospedale e fare innovazione tecnologica. Anche per quel che riguarda i rilievi sui dati economici non possiamo non rilevare che il trend relativo ai disavanzi sia in discesa attestandosi sul consuntivo 2019 su un valore pari a 53 milioni di euro in riduzione rispetto al valore del 4° trimestre 2019».

Sulla questione è intervenuto anche il Pd ligure, che nel giudizio della Corte dei Conti ha trovato conferma di quanto sostenuto in passato: «La parifica di bilancio della Corte dei Conti della Liguria certifica il fallimento della giunta Toti - sostengono i consiglieri in Regione - Un disastro durato cinque anni, nel corso de quali la sanità della nostra regione è stata fatta a pezzi. Nonostante le promesse del presidente Toti a inizio legislatura il disavanzo non verrà azzerato nel 2020. Ma, secondo la stessa giunta, questo traguardo non verrà raggiunto nemmeno nei prossimi due anni, tanto da meritarci il poco invidiabile primato di peggior disavanzo d'Italia, dopo il Molise». 

«Quando denunciavamo la spesa sanitaria fuori controllo, il commissario straordinario di Alisa Locatelli diceva che era tutto sotto controllo - prosegue il Pd - Ora la Corte dei Conti certifica che non era vero e che avevamo ragione. Anzi i magistrati contabili mettono in dubbio anche il ruolo della stessa Alisa, che avrebbe dovuto essere un elemento di efficienza del sistema e invece è stata parte significativa del problema. Le fughe in questi cinque anni sono lievitate. La Liguria continua a pagare dazio alle altre regioni e ogni anno spendiamo sempre più soldi. Nel 2019 abbiamo speso 18 milioni di euro in più dell'anno precedente, per un totale di 71 milioni. Purtroppo raccogliamo i frutti di anni tagli al personale, riduzione dei servizi e abbandono del territorio. Toti e Viale hanno mortificato la sanità ligure».

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