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Tursi, consiglio infinito per approvare il registro delle famiglie

La seduta si è conclusa dopo le 23: a nulla sono valse le 3 ore di discussione e i 51 emendamenti presentati dal consigliere Pd Alessandro Terrile, la delibera è stata approvata ed è riservata a coppie unite dal vincolo matrimoniale

Sono proseguiti sino a notte inoltrata i lavori del primo consiglio comunale dopo il crollo del ponte Morandi: al centro della discussione, e delle polemiche, l’approvazione (poi ottenuta dalla maggioranza) del primo registro per le famiglie, un documento riservato esclusivamente alle coppie sposate e finalizzato a dare loro un ancora non precisato sostegno.

Il voto è arrivato dopo le 23, quando i consiglieri dell’opposizione, dopo avere discusso per 4 ore, hanno lasciato l’aula in segno di protesta. A nulla è valsa la conferenza dei capigruppo convocata in serata e il tentativo del sindaco Marco Bucci di tentare la mediazione, né le oltre tre ore che il consigliere del Pd Alessandro Terrile ha impiegato per discutere ben 51 emendamenti: la delibera, presentata in consiglio con urgenza, è stata approvata con 23 voti favorevoli - la maggioranza compatta - e 1 contrario.

Proprio l’urgenza data al documento è suscitato le proteste dell’opposizione, che l’ha definita un provvedimento che divide tra «famiglie di serie A e famiglie di serie B». Con le tante emergenze con cui Genova si ritrova a fare i conti dopo il crollo del Morandi, hanno sottolineato i consiglieri di Pd, Lista Crivello, Movimento 5 Stelle e Chiamami Genova, il registro delle famiglie composte esclusivamente da coppie sposate non è una priorità.

Eppure l’approvazione alla fine è arrivata: nel registro delle famiglie del Comune di Genova, primo in Italia, potranno iscriversi soltanto coppie sposate e con figli conviventi. Escluse dunque unioni civili, coppie di fatto, conviventi, genitori separati o divorziati, coppie dello stesso sesso.

«Il Comune di Genova chiude gli occhi sulla realtà, oggi i bimbi nati fuori dal matrimonio sono la metà dei nati ogni anno in città - è stato il commento di Alessandro Terrile - torna indietro di una quarantina d'anni ignorando le tutele che il nostro ordinamento assicura alle formazioni sociali diverse dal matrimonio».

Nel pomeriggio di martedì, proprio in concomitanza con il consiglio comunale, in via Garibaldi era andata in scena una simbolica protesta organizzata dal comitato Non una di meno, cui avevano partecipato diverse altre associazioni per i diritti civili attive sul territorio: “armati” di pentole e coperchi, i manifestanti si sono «fatti sentire» in segno di protesta verso il rifiuto di un’audizione sul tema del registro delle famiglie, più volte chiesta.

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