Regione, il Consiglio di Stato boccia il ricorso di Toti: nessun consigliere in più
Confermata la sentenza emessa dal Tar nel settembre 2015: il centrodestra non potrà avere più seggi come richiesto, e le proporzioni in via Fieschi rimarranno 16 per la maggioranza e 15 per l'opposizione
Nessun consigliere in più in Regione: il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso con cui Giovanni Toti e la coalizione di centrodestra avevano chiesto tre seggi supplementari per la maggioranza per garantire la governabilità, confermando la sentenza emessa dal Tar lo scorso settembre.
Il centrodestra si era appellato alla normativa nazionale invocando il premio di maggioranza dopo che il voto aveva assegnato 16 posti alla maggioranza, solo uno in più rispetto all’opposizione, e citando la legge che prevede che il rapporto dei seggi tra la coalizione vincente e le opposizioni sia del 55%.
Il Tar aveva però respinto il ricorso citando i tagli previsti dalla legge Monti, che aveva imposto la riduzione di consiglieri e assessori fissando a 30 il numero massimo dei primi, una legge che la Liguria aveva recepito modificando lo statuto nel 2014, e anche il Consiglio di Stato ha deciso di confermare il verdetto.
Immediata la reazione del Movimento 5 Stelle, uno dei primi a invocare la riduzione del numero di consiglieri in Regione, che in una nota ha fatto sapere che «ora anche un organo di rilievo costituzionale conferma che avevamo ragione. Al di là degli aspetti tecnici e giuridici, questa sentenza ristabilisce un principio che il MoVimento 5 Stelle pone da sempre al centro di tutti i suoi programmi elettorali, in Liguria e non solo: il taglio ai costi della politica».
«Con questo scopo si era deciso, due anni fa, di ridurre a 30 il numero di consiglieri, in base a un rapporto proporzionale tra la popolazione ligure e i suoi rappresentanti in Regione . Aggirare questa norma avrebbe significato scardinare questo principio,facendo spendere ai cittadini centinaia di migliaia di euro ogni anno per pagare stipendi a consiglieri regionali non previsti dallo Statuto. Di più - hanno concluso i portavoce dell’M5s - aggiungere un seggio alla maggioranza, a discapito dell’opposizione, avrebbe significato sconfessare il voto espresso dagli elettori il 31 maggio scorso, in un rovesciamento della volontà popolare che evoca epoche e scenari cupi».