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Regione, via libera al nuovo Piano Casa: «Niente colate di cemento, solo rilancio». Ma è polemica

La giunta guidata da Giovanni Toti ha dato l'ok al provvedimento che prevede, tra le altre cose, anche la possibilità di riqualificare gli edifici presenti in tutti i parchi naturali liguri

Una legge «di cui siamo pienamente orgogliosi», che «non prevede né la costruzione di piscine né di piste per gli elicotteri, ma riordina soltanto le norme sull'edilizia e dà «una scossa al settore»: così Giovanni Toti ha confermato la soddisfazione della sua giunta dopo il via libera al già contestato Piano Casa, un provvedimento che approderà in Consiglio a metà novembre per il via libera definitivo e che ha già scatenato una bufera di polemiche.

Se dalla parte di Toti, infatti, si schierano Confartigianato e i 4mila edili rimasti senza lavoro che la scorsa settimana hanno organizzato un presidio proprio sotto la Regione per chiedere soluzioni rapide ed efficaci per aiutare il settore a uscire dalla crisi, dall’altra si sollevano le voci contrarie di opposizione, con in testa Raffaella Paita, capogruppo del Pd a via Fieschi, e Movimento 5 Stelle, e gli ambientalisti preoccupati per il destino del territorio e in particolare dei parchi naturali liguri, che con il nuovo Piano Casa diventano edificabili: via libera dunque a ristrutturazioni e ampliamenti di edifici già esistenti nel Parco di Portofino e in quello delle Cinque Terre, per i detrattori del provvedimento prodromi di una cementificazione selvaggia che distruggerà la regione.

Il neo governatore però difende l’operato della sua giunta e quello dell’assessore all’Urbanistica, Marco Scajola,  ribadendo che «stiamo parlando di riqualificazione dell'esistente. Non ci sarà nuovo cemento, non ci sarà consumo del territorio, ma un ordine e una legislazione urbanistica più chiara, più semplice, più accessibile a tutti». Niente più proroghe, sottolinea Toti, ma un piano «permanente», che regolerà il settore abitativo «semplificando le norme, eliminando le restrizioni e introducendo premi per la demolizione di edifici esistenti, collocati in zone esondabili e colpite da frane, per costruirli in aree sicure”.

Soddisfatto anche lo stesso Scajola, che ha spiegato che la sua creatura «rispetta totalmente l'ambiente, il territorio e i cittadini, perché’ sono mantenuti tutti gli strumenti di controllo ambientale, di difesa del suolo, naturalistica e di tutela del paesaggio». Parchi compresi, inseriti tutti e 10 nel provvedimento e sul cui destino dovranno valutare le autorità che li governano. Ma non sono solo le aree naturali a far sollevare proteste: il nuovo Piano Casa prevede la rimozione dei vincoli precedenti riguardo all’ampliamento e al cambio di destinazione d’uso degli edifici, che viene esteso a tutti quelli che non superano i 200 metri cubi (contro i 170 precedenti), e anche l’edilizia popolare subisce un taglio del 20%. A raccogliere consensi, invece, la decisione di elevare dal 35% al 50% la percentuale degli edifici da ricostruire in area esondabile o franosa, e dunque a rischio idrogeologico, con la promessa di rimettere mano alla norma istituita da Burlando che prevedeva l’autorizzazione a costruire sino a 5 metri dall’alveo dei fiumi.

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