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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Quinto, Serena Finocchio punta il dito sulle misure per la movida: "Non solo repressione"

La leader della coalizione progressista nel Municipio Levante a Genova Today: "I problemi si sono spostati dal centro storico ai giardini, ma sono destinati a spostarsi ancora se non vengono create alternative attrattive per i giovani, con eventi e iniziative su tutto il territorio genovese"

La movida a Quinto nella zona dei giardini è uno dei temi caldi degli ultimi mesi, da una parte ci sono gli episodi di cronaca denunciati dai residenti e alcune misure messe in campo per fronteggiare il problema dal centrodestra, dalle telecamere ad alcuni presidi delle forze dell'ordine. Dall'altra c'è chi propone una via diversa, una 'buona movida', la creazione di spazi ed eventi per realizzarla anche con il contributo dei giovani. Questa è la ricetta di Serena Finocchio, leader della coalizione progressista del Municipio Levante che si piazza all'opposizione in consiglio dopo le ultime elezioni del 12 giugno.

"Il problema della movida non è nato oggi o nell'ultimo periodo - spiega Serena Finocchio a Genova Today - era già presente anche negli anni scorsi soprattutto in altre parti di Genova. Dopo due anni di pandemia e restrizioni è esploso perché, come sostengono anche alcuni esperti, i ragazzi hanno tirato fuori tutto quello che gli è mancato, purtroppo finendo per esagerare. Io credo che il cavallo di battaglia della destra alle precedenti elezioni, ovvero 'più sicurezza', non abbia funzionato, perché le politiche repressive hanno portato solo a uno spostamento del problema, dal centro storico al levante". 

E allora che fare? "Pressione e controllo secondo me porteranno a un nuovo spostamento del problema, ora sembra che a Quinto la situzione stia migliorando, ma è possibile che, senza valide alternative ed eventi sparsi su tutto il territorio genovese, il problema della 'movida' possa solo spostarsi in altri quartieri, magari a Quarto o a Sturla. Noi crediamo ci sia bisogno di una ricetta diversa. Pensiamo all'educazione di strada, a un assessorato alle politiche sociali che si interessi ai ragazzi e che cerchi di capire quali sono le situazioni di disagio da affrontare al più presto, ma soprattutto alla creazione di diverse alternative per creare una 'buona movida'". 

"Incentivare iniziative, sport ed eventi sparsi per tutto il territorio genovese, ovviamente nel rispetto delle leggi, - sottolinea Serena Finocchio - servirebbe a evitare i grossi assembramenti che abbiamo visto a Quinto negli ultimi mesi con tanti giovani che, per mancanza di alternative, si sono concentrati in un'unica zona, con situazioni poi finite fuori controllo. Abbiamo una grossa fetta di ragazzi che in questi anni è stata trascurata, cerchiamo davvero di capire i problemi e risolverli dando delle opzioni per un divertimento sano e senza eccessi. In questo discorso - aggiunge - si inserisce poi tutto il tema del servizio di trasporto pubblico, in alcuni quartieri collinari è quasi impossibile tornare a casa con i bus e molti giovani finiscono per rimanere in giro fino alle prime ore del mattino nel fine settimana, questo ovviamente rientra in una visione più ampia della città, quella che proponiamo come coalizione progressista". 

Nel fine settimana proprio a Quinto è andato in scena un evento sportivo organizzato da Genova che osa, Arci, Spazio 126 e Agorà Coop:"Questo è secondo me un chiaro esempio di 'movida sana' - conclude Serena Finocchio - sono rimasta stupita dal numero di ragazzi che, in un caldo pomeriggio, hanno animato la zona dei giardini tra tornei di pallacanestro e pallavolo, il tutto in un clima di festa e senza che si siano creati problemi. Per questo motivo ci tengo a rilanciare anche la raccolta firme per l'installazione di alcuni canestri a Quinto. Aiuterebbe a creare uno spazio dove i ragazzi possano sfogarsi, perchè ne esistono davvero pochi, porteremo avanti questa tematica anche in Municipio chiedendo al presidente di prenderla in considerazione".

Genova che osa, associazione culturale progressista e di sinistra, già in passato aveva fatto alcune proposte per provare a risolvere il problema della 'movida' del centro storico. Oggi propone la sua ricetta per quello che riguarda la zona di Quinto. "Vogliamo che i giardini - si legge nel testo della petizione lanciata online - diventino un luogo di sport, musica, divertimento e aggregazione. Chiediamo che vengano dedicati spazi ai giovani, installando strutture sportive, a partire da canestri da basket: vogliamo che diventino un luogo dove i giovani di Genova possano fare attività sportiva in strutture adeguate e ad accesso libero insieme a strutture destinate alla musica facilmente accessibili che diano la possibilità a giovani emergenti di esibirsi gratuitamente. Lo sport e la musica sono essenziali per creare aggregazione e divertimento tra giovani, per questo pensiamo che possa essere la soluzione giusta per indirizzare i giardini ad un utilizzo sociale migliore. A Genova le strutture sportive ad accesso libero sono pochissime e spesso in condizioni decadenti, noi pensiamo che debbano essere valorizzate, riqualificate e dove ci sia la possibilità costruirne di nuove".

"La soluzione finora adottata dal comune e dal municipio per 'dissuadere i giovani dalla movida' - conclude Genova che osa - è stata quella di blindare i giardini con agenti in tenuta antisommossa, furgoni blindati e volanti della polizia, un film già visto che ovviamente non ha portato a nessun risultato utile: adesso i giardini sono sereni e tranquilli, perché sono diventati deserti. Noi crediamo che la soluzione debba essere diametralmente opposta: vogliamo una città dove i giovani abbiano più spazi e più possibilità, non una città dove i pochi spazi adatti ai giovani vengono blindati, dove la movida è vista unicamente come problema di sicurezza e di ordine pubblico e dove la soluzione è sempre l’intervento di forze dell’ordine senza mai una visione più ampia che possa portare a soluzioni sociali e strutturali ben diverse. I giardini nell’ultimo anno sono stati oggetto di riqualificazione da parte della giunta Bucci, ma senza dietro alcuno scopo sociale e oggi ne paghiamo le conseguenze. È incredibile che all’interno del piano di riqualificazione di uno spazio così ampio sia mancata completamente una visione volta a favorire la relazioni e l’aggregazione tra persone, ad esempio con l’inserimento di canestri, porte da calcio, tavoli e panchine".

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