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Ponte Morandi, voto rinviato su parte civile: polemiche in consiglio regionale

Rinviata la discussione e il voto su una mozione che avrebbe impegnato il presidente e la giunta regionale "a costituirsi parte civile nel procedimento penale istruito in relazione al crollo del Ponte Morandi, avanzando la richiesta risarcitoria per i danni subiti in conseguenza del tragico evento"

Polemica durante l'ultima seduta del consiglio regionale della Liguria per il rinvio della discussione e del voto su una mozione presentata dal Movimento 5 Stelle che avrebbe impegnato il presidente e la giunta regionale "a costituirsi parte civile nel procedimento penale istruito in relazione al crollo del Ponte Morandi, avanzando la richiesta risarcitoria per i danni subiti in conseguenza del tragico evento". L'argomento era stato inserito tra gli ultimi punti dell'ordine del giorno, poi poco prima della fine dei lavori è stata approvata un'inversione vista l'imminenza dell'udienza preliminare e il rischio che non vi siano prima altre sedute votanti del consiglio regionale. Inversione concessa dalla maggioranza, contrariata però dai tempi molto stretti in cui l'opposizione avrebbe voluto concludere la votazione.

Il gruppo regionale del Partito Democratico Articolo Uno ha commentato: "Quello di oggi era uno degli ultimi consigli utili per votare la richiesta di costituzione di parte civile della Regione Liguria nel processo sul Ponte Morandi, visto che l’udienza è fissata per il 15 ottobre. Vedere la destra fuggire per un atto che doveva essere doveroso per la nostra Regione è un’immagine molto triste". 

All'attacco il Movimento 5 Stelle: "Chi governa la nostra regione deve avere le idee chiare su cosa fare: manca poco al processo per il crollo del Ponte Morandi. L’Ente si costituirà parte civile al processo sì o no? Quella del 14 agosto 2018 è stata una tragedia, che ha colpito la città, la sua immagine, le sue attività produttive. Senza dimenticarci delle 43 vittime e dei loro familiari, che ancora oggi attendono un segnale forte. Riteniamo che il presidente e la Giunta regionale debbano costituirsi parte civile nel procedimento penale istruito in relazione al crollo del Morandi, avanzando la richiesta risarcitoria per i danni subiti in conseguenza del tragico evento. In merito ho chiesto che si votasse una mozione a mia prima firma: per farlo era necessario invertire l’ordine dei lavori. La maggioranza purtroppo si è arrampicata sugli specchi con i soliti tecnicismi pur di non discuterla e votarla. Promettere di mettere la mozione al primo punto del prossimo consiglio votante è una vergognosa presa in giro: i tempi infatti remano contro, visto che stanno per scadere i termini per costituirsi parte civile. Ma da che parte sta il centrodestra? Dalla parte dei cittadini o dei soliti poteri forti? Ritengo che l’uscita della maggior parte dei consiglieri di centrodestra dall’aula risponda ai quesiti".

Infine Ferruccio Sansa, che dall'opposizione tuona: "I consiglieri regionali del centrodestra prima hanno fatto melina, poi hanno detto che sarebbe servito più tempo per votare un argomento così delicato e infine alle 18 sono fuggiti dall'aula dicendo che la seduta doveva finire a quell'ora. Il risultato è che l'ordine del giorno slitterà di un mese e sarà discusso quando non servirà più a niente perché i termini di costituzione di parte civile saranno scaduti. Il centrodestra dice che ci voleva più tempo per discutere questo argomento. Sono gli stessi consiglieri che stamattina hanno speso ore per discutere sul consenso dei genitori alle lezioni di educazione sessuale (che non dipende nemmeno dalla Regione). Gli stessi consiglieri che hanno speso ore per discutere di temi di politica internazionale su cui la Regione non ha alcuna competenza. E adesso dicono che non hanno avuto tempo per decidere cosa fare sul Ponte Morandi quando hanno avuto tre anni e un mese. Le istituzioni non hanno difeso i liguri. A maggior ragione serve la class action".

Angelo Vaccarezza, presidente del gruppo “Toti Presidente” in Consiglio Regionale, ha poi replicato alle accuse dell'opposizione: "Dacci oggi la nostra fake news quotidiana. È questa la preghiera laica che il consigliere di minoranza Ferruccio Sansa recita probabilmente ogni mattina. Scrive infatti, e gli ha fatto eco Fabio Tosi del M5S, che l’ordine del giorno da loro proposto per la costituzione di parte civile della Regione nel processo per il crollo di ponte Morandi ‘slitterà di un mese e sarà discusso quando non servirà più a niente perché i termini di costituzione di parte civile saranno scaduti’. Eppure, cari consiglieri, sarebbe bastato un colpo di telefono a un amico avvocato per sapere che i termini scadranno alla prima udienza dibattimentale del processo. Quindi, verosimilmente, la prossima primavera. Altro che un mese”.

"Siamo abituati alle falsità di Sansa, lo eravamo da ben prima che diventasse consigliere regionale, oggi però ha decisamente passato il segno, valicando in scioltezza i più elementari confini dell’ignoranza, della meschinità e del buon gusto. Ha anche sostenuto che il centrodestra ha detto ‘no’ alla loro proposta - prosegue Vaccarezza - e questa è un’altra falsità, semplicemente perché l’ordine del giorno non si è discusso e ci sarà tutto il tempo per farlo nei termini utili per il processo".

"Trovo avvero surreale - ha aggiunto Vaccarezza - che un esponente del Movimento 5 Stelle come Tosi e un ex candidato presidente sostenuto dallo stesso partito abbiano ancora il coraggio di parlare della questione autostradale. Hanno avuto per circa 3 anni la Presidenza del Consiglio e, dopo aver fatto proclami ai quattro venti, promettendo la revoca delle concessioni, alla fine hanno regalato miliardi di euro a quegli stessi concessionari che volevano mandare in rovina e che ora attaccano proponendo ridicole class action. Polemiche del genere, strumentali e poco credibili, nonché prive di qualsiasi fondamento, denotano un cattivo gusto che sta raggiungendo cime sempre più elevate e che non dovrebbero appartenere a contesti istituzionali. Non si dovrebbe speculare politicamente su ponte Morandi. Mi chiedo se lo fanno in buona o cattiva fede, cioè se sono ignoranti, in quanto ignorano l’iter e non si informano per pigrizia, oppure sono a conoscenza della realtà e semplicemente provano a fare gli sciacalli su una vicenda così tragica. Onestamente, non sono poi così interessato alla risposta".

Fabio Tosi del Movimento 5 Stelle ha contro-replicato: "Sorvoliamo sul linguaggio puerile della nota del consigliere di maggioranza: certamente non gli fa onore. Per quanto riguarda il dare un colpo di telefono a un amico avvocato, vista la grande disponibilità economica della Giunta e della maggioranza, ci aspetteremmo che sia il centrodestra a farsi spiegare da un loro esperto di diritto che cosa significa non rispettare la scadenza del 15 ottobre. Sarebbe stato certamente auspicabile che il centrodestra avesse studiato prima, anziché sproloquiare poi. Tuttavia, per puro spirito di collaborazione e perché noi abbiamo davvero a cuore gli interessi dei cittadini, ricordiamo a Vaccarezza che non esercitare la facoltà di costituirsi parte civile all'udienza preliminare del processo sul crollo del Morandi comporta più di un rischio, fra tutti quello di perdere irrimediabilmente questa facoltà nei confronti di tutti quegli imputati che dovessero optare per i riti alternativi. E la scadenza per evitare questo rischio è appunto il 15 ottobre, che oggi quelli della maggioranza hanno fatto sfumare con una vergognosa melina".

"Secondo il parere di due avvocati sentiti lo scorso luglio - ha aggiunto Tosi - , il rinvio della decisione di costituirsi parte civile all'udienza dibattimentale, tralasciando completamente quella preliminare, comporta una rischiosa abdicazione dai diritti e facoltà di parte del processo e, non a caso, costituisce nella prassi un'eventualità rarissima, specie in processi così importanti come quello che riguarda il crollo del Morandi”.

"Gli esperti hanno più volte ribadito - conclude il Movimento 5 Stelle - che non è affatto una buona alternativa l'eventuale proposizione da parte dell'amministrazione di un'azione risarcitoria in sede civile. In parte perché i procedimenti civili hanno tempi più lunghi di quelli penali e poi perché, senza poter contare sull'attività istruttoria dei Pm, l'onere di provare la sussistenza dei presupposti per la causa sarebbe tutto sulle spalle di chi si costituisce oltre i termini".
 

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