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Parmalat smette di comprare il latte degli allevatori genovesi

Parmalat, di proprietà della multinazionale Lactalis, ha proposto condizioni diverse per rinnovare il contratto con la Cooperativa Val Polcevera, con un forte sconto sul prezzo del latte, per poi decidere di non proseguire l'accordo

Il mancato rinnovo del contratto da parte di Parmalat per l'acquisto del latte dei produttori della Cooperativa Val Polcevera sta suscitando una lunga eco di polemiche. «In questi giorni ho seguito le alterne vicende sull'accordo commerciale con Parmalat - ha spiegato venerdì l'assessore regionale Mai - su cui era parso anche potesse aprirsi uno spiraglio, ma che poi non si è concretizzato. In scadenza di contratto, l'azienda ha infatti deciso di non prorogare l'accordo precedente con la Cooperativa, offrendo una cifra a litro, 25 centesimi, decisamente inferiore rispetto al costo di produzione che si aggira sui 36 a cui se ne devono aggiungere 9 per le spese di trasporto. I produttori soci della Cooperativa Val Polcevera si trovano quindi costretti a gettare letteralmente via il latte delle proprie mucche con un danno incalcolabile per aziende locali e per l'intero indotto. Come Regione Liguria - ha proseguito l'assessore Mai - sosterremo i produttori delle vallate genovesi nella difficile situazione che si somma a una già grave crisi causata dalla concorrenza di produttori di altri Paesi comunitari, ma nel contempo vorrei invitare tutti i genovesi e i liguri in generale a fare un piccolo gesto per contribuire a sostenere le eccellenze delle nostre produzioni lattiero-casearie recandosi nel distributore di latte crudo più vicino per acquistarlo dai produttori del nostro territorio».

Oltre che presso le aziende zootecniche della Valle Stura, Scriva, Aveto e Polcevera, l'assessore Mai ha ricordato che a Genova il latte dei produttori genovesi è acquistabile nei distributori-erogatori di latte crudo, che si trovano a Bolzaneto nel circolo di acquisto solidale, nei mercati comunali coperti di Terralba, Romagnosi, del Carmine e in via Varenna a Pegli, a Campo Ligure in via don Minzoni, a Casella in via Aldo Moro, a Busalla in piazza Macciò, a Rossiglione in via Roma, a Masone in via Vittorio Veneto, a Campomorone in via Martiri della Libertà.

Oggi sulla questione hanno preso una posizione netta anche Comune di Genova e Città Metropolitana. Di seguito la nota congiunta.

La decisione di Parmalat, di proprietà della multinazionale Lactalis, di non approvvigionarsi più dagli allevatori del nostro entroterra, colpisce duramente un settore importante dell'economia metropolitana. L'agricoltura e l'allevamento costituiscono un presidio fondamentale nel nostro territorio, essenziale per garantirne la vita, lo sviluppo e la sicurezza ambientale.

L'azienda, anche contraddicendo rassicurazioni del passato, ignora le conseguenze sociali ed economiche delle proprie scelte sul nostro territorio. Le istituzioni sono chiamate a fare quanto possibile perché questa decisione sia riconsiderata. La strada principale per difendere i nostri allevatori, la nostra agricoltura e i prodotti pregiati della nostra terra non può che essere quella di valorizzarne la tipicità, la qualità e l'origine, promuovendo filiere corte dal produttore al consumatore.

La Città metropolitana intende muoversi in questa direzione e si augura di poter agire in sintonia con la Regione e i Comuni dell'area metropolitana.

Nell'immediato, la Città metropolitana d'intesa con il Comune di Genova, insieme ai Comuni, ai Municipi e alle associazioni di categoria, cercherà di individuare forme straordinarie di commercializzazione del latte da parte dei produttori. Sarebbe economicamente e moralmente inaccettabile lo spreco di latte invenduto.
 

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