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Punti nascita, l'opposizione attacca la giunta Toti: "Ipotesi chiusura a Genova, aspettiamo chiarimenti"

"Con poco più di tremila parti annuali, cinque punti nascita per la città di Genova per il Ministero sono oltre la soglia": era stato chiaro l'assessore alla Sanità della Regione Liguria Angelo Gratarola

"Con poco più di tremila parti annuali, cinque punti nascita per la città di Genova per il Ministero sono oltre la soglia": era stato chiaro l'assessore alla Sanità della Regione Liguria Angelo Gratarola nello spiegare che, con tutta probabilità, alcuni di questi punti verranno chiusi. Ma ormai molte indiscrezioni erano già state diffuse.

L'ipotetica chiusura di alcuni di questi punti è legata al nuovo piano socio sanitario regionale, che deve ancora passare all'approvazione della giunta e quindi alla discussione del consiglio regionale (quest'ultimo step dovrebbe essere affrontato entro fine anno), ed è finito sotto la lente dell'opposizione: "La notizia principale di questo piano - attacca Luca Garibaldi, capogruppo del Pd - è l'ipotesi di chiusura di due punti nascite, uno a Genova e uno a Savona, che resterebbe con un solo punto nascite a Pietra Ligure. Una ipotesi che ha causato l'immediata reazione dei territori e sui giornali c'è stata una patetica retromarcia. Il piano, che era stato definito 'pronto' e 'presentato ai direttori generali delle Asl', il giorno dopo è stato ridotto 'solo una bozza di lavoro', sostenendo che non è detto che il punto nascite di Savona chiuda. Ridicoli (li aspettiamo in aula, comunque)".

Sempre per quanto riguarda i punti nascita, "attendiamo i dovuti chiarimenti: oltre al destino di quello del San Paolo di Savona, stiamo ancora aspettando che riapra quello del Santa Corona di Pietra Ligure. Lo ricordiamo tutti: Toti aveva promesso che sarebbe stato riattivato entro settembre, 'cascasse il mondo'ì (cit!). Siamo ormai a metà novembre" è il commento del capogruppo regionale M5s Fabio Tosi, che non nasconde una certa insofferenza per il fatto che il piano con le sue ipotesi venga discusso al momento sui giornali e non in aula.

Dopo le indiscrezioni, la Regione Liguria aveva precisato che "il documento oggetto del confronto è dunque da ritenersi una bozza e, come tale ancora non definitiva ma passibile di modiche, contiene indicazioni sul futuro assetto socio sanitario della Liguria. In particolare nella distribuzione sul territorio dei punti nascite va sottolineato che l'assessorato alla Sanità è al lavoro per garantire una copertura territoriale adeguata che offra il maggiore equilibrio possibile. E quindi, pur confermando nel piano la presenza di un punto nascite all'ospedale Santa Corona di Pietra Ligure, è in corso, considerate le risorse disponibili, una verifica per poter mantenere anche il punto nascite all'ospedale San Paolo di Savona e, verso levante, una conseguente localizzazione dell'ulteriore punto nascite all'ospedale Evangelico o in alternativa all'ospedale Villa Scassi".

E proprio sul Villa Scassi interviene anche la consigliera comunale del Pd Cristina Lodi: "In una Regione e in una città in cui già ci sono importanti problemi di denatalità, pare si stia andando verso una riduzione dei punti nascita negli ospedali. Se il nuovo piano socio sanitario fosse ben organizzato e pensato, i servizi territoriali a sostegno della maternità pre e post parto andrebbero potenziati e implementati, non ridotti. E in questa riorganizzazione pare esserci anche il Villa Scassi di Sampierdarena, ospedale di fondamentale importanza perché copre anche i territori della Val Polcevera e della Valle Scrivia, che non hanno un ospedale a cui appoggiarsi, se non lo Scassi appunto. Se nella decisione fossero coinvolti i sindaci, le Asl, le organizzazioni sindacali, gli ordini professionali, gli operatori, le associazioni del territorio si conoscerebbe l’importanza di mantenere aperti e attivi i punti nascita e si saprebbe che ogni anno nascono dai cinque ai dieci bimbi in automobile".

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"Forse al presidente Toti - continua Lodi - è sfuggito che l'ospedale Villa Scassi ha una maternità di eccellenza, che segue i bambini anche dopo la nascita con le loro mamme, in una zona in cui c’è anche un alto tasso di donne giovani e straniere. In qualità di vicepresidente della commissione Welfare, ho formulato la richiesta di una commissione consiliare che dia risposte sul futuro della sanità a Genova, partendo dall’analisi della conferenza dei Sindaci della Asl 3 e dai bisogni dei cittadini. Con una lettera all’assessore Rosso, chiederò inoltre di convocare una conferenza dei Sindaci, perché è giunto il momento di dire basta alla gestione di una sanità che toglie i servizi e non parte dai bisogni".

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