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Neofascisti, caos a Tursi e in Regione. In Comune salta il voto

Non si trova l'accordo sulla mozione legata al divieto di concedere spazi istituzionali a movimenti neofascisti: bagarre in consiglio comunale, dagli spalti risuona "Bella Ciao" e la maggioranza lascia la Sala Rossa

Dopo la bagarre in consiglio regionale, anche la seduta del consiglio comunale si è chiusa tra le polemiche: oggetto della contesa la mozione congiunta di Pd e Lista Crivello - primo firmatario Alessandro Terrile -per vietare gli spazi pubblici istituzionali alle forze politiche neofasciste.

Già annunciata la settimana scorsa, la mozione non è stata votata per mancanza di numero legale. I consiglieri di maggioranza e il sindaco Marco Bucci hanno infatti deciso di abbandonare la Sala Rossa l’aula dopo che il pubblico sugli spalti, in gran parte composto da membri di Anpi a da lavoratori, ha intonato Bella Ciao e l’Inno di Mameli. La seduta è stata dunque sospesa per due ore, e alla ripresa erano solo 17 i consiglieri presenti, 4 in meno rispetto al numero legale richiesto. 

Doppia mozione, scoppia la polemica

L’impasse si è venuta a creare quando la maggioranza ha proposto una “contro mozione” in cui si parlava genericamente di valore della legalità, nello specifico di «non concedere spazi pubblici alle forze politiche che non rispettano i dettami costituzionali», senza fare però espliciti riferimenti al fascismo: «Termine strumentalizzato», hanno sottolineato i consiglieri di centrodestra prima di far saltare il voto, mentre dagli spalti risuonava Bella Ciao. Il caos ha alla fine spinto il sindaco Bucci, visibilmente a disagio, a interrompere la seduta, e alla ripresa, senza il numero legale necessario, il voto è stato rimandato.

Immediate le proteste da parte dell’opposizione, che così come accaduto in mattinata in consiglio regionale ha chiesto esplicitamente al sindaco Bucci (domanda già posta al governatore Toti) di prendere ufficialmente le distanze dal movimento neofascista, sopratutto alla luce della recente aggressione ai danni di alcuni antifascisti avvenuta in piazza Tommaseo, a poca distanza dalla sede di CasaPound.

Le proteste dell'opposizione

«Dopo lunga sospensione non c'è purtroppo spazio per un testo unitario - ha commentato Alessandro Terrile, firmatario della proposta - Il sindaco Bucci ci ha proposto di eliminare dal testo ogni riferimento ai valori della Resistenza e dell'antifascismo. Unica concessione il riferimento al reato di apologia di fascismo tra gli altri atteggiamenti eversivi da condannare. Molti possono testimoniare la mia vocazione alla mediazione. Ma sull'antifascismo non si tratta. Sono triste che il consiglio comunale di Genova stia due ore sospeso a cercare giri di parole perché non ne vuole pronunciare due: resistenza e antifascismo.

Secca anche la reazione di Liberi e Uguali: «In consiglio regionale prima, in consiglio comunale dopo il centrodestra ha impedito la discussione dell’aula su mozioni dedicate al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana, facendo interrompere i lavori delle assemblee democratiche - hanno fatto sapere gli esponenti LeU in una nota - Genova, città medaglia d’oro al valore militare per la lotta di Liberazione contro il fascismo non si merita un livello così basso della propria classe politica e, in questo caso, istituzionale. Ma la cosa più grave è un sindaco che non riesce a definirsi antifascista soprattutto in un momento in cui si assiste ad un ritorno di organizzazioni che si rifanno apertamente a ideologie fasciste e xenofobe». 

Il precedente in Regione

In mattinata una situazione molto simile si era venuta a creare in via Fieschi, quando, nel corso della seduta del consiglio regionale, consiglieri del Pd e di Rete a Sinistra hanno iniziato a cantare “Bella Ciao”: Siamo contro ogni tipo di violenza, prevaricazione e provocazione - è stato il commento del governatore Toti - Ma non accetto lezioni dal Pd».

Una mozione simile a quella proposta in Comune era già stata presentata a Sestri Levante, dove lo scorso dicembre è stata approvata.

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