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Piano migranti in Liguria, Regione contro Anci

Fissato il numero massimo dei migranti da accogliere e ripartire nella regione: 6.043, numero votato durante l'assemblea Anci. Ma l'assessore Sonia Viale protesta: «La maggioranza dei Comuni non ha partecipato al voto»

Saranno 6.043 i migranti accolti e ripartiti in Liguria, così come disposizioni da parte del Viminale, approvate ieri nel corso dell’assemblea di Anci Liguria, di cui fanno parte 231 sul totale dei 235 Comuni liguri, incaricati di stabilire attivamente quote e sistemazioni nei centri di accoglienza.

Un voto ottenuto sul filo del rasoio, che ha suscitato l’immediata protesta dell’assessore all’Immigrazione e vicepresidente della Regione, Sonia Viale, che ha fatto notare come «la stragrande maggioranza dei Comuni liguri, circa 150 su 235, non ha partecipato all’approvazione del piano Anci di distribuzione degli arrivi - ha fatto sapere in una nota - Oltretutto, il piano prevede un aumento degli immigrati ospitati nel Tigullio, nel Golfo Paradiso e nella provincia di Imperia: una violazione a quanto chiesto in modo condiviso dalle Regioni al ministero, di escludere dai nuovi arrivi le province di confine».

La questione è stata sollevata al termine di un confronto con il capo di gabinetto del ministero degli Interni, Mario Morcone, che si è svolto venerdì mattina in prefettura a Genova, cui hanno partecipato i prefetti liguri, Anci e il Comune di Genova: «Il prefetto Morcone ha ribadito chiaramente che, a oggi, non è possibile stabilire un tetto massimo agli arrivi per il futuro: è quindi evidente che anche la quota dei 6mila non abbia nulla di definitivo. Ho ribadito la richiesta da parte della Regione Liguria di un maggiore coinvolgimento della conferenza Stato-Regioni sul tema dell’immigrazione, che a oggi è quasi del tutto mancato da parte del ministero, e della necessità assoluta di affrontare il problema degli arrivi a monte, come espressamente richiesto nella ‘Carta di Genova’», ha detto ancora Viale.

La replica da parte di Anci è arrivata sotto forma di una dichiarazione del direttore generale Pierluigi Vinai, che confermando la «ferma volontà di non superare la soglia dei 6.043 migranti fissato nel Piano Nazionale», ha spiegato che «a chi sostiene che la nostra proposta non è stata condivisa dalla maggioranza dei sindaci, voglio ricordare che in tutti i meccanismi assembleari, una volta raggiunto il quorum dei presenti necessario alla validità delle votazioni, la decisione presa è rappresentativa della totalità dell’Associazione. In questi giorni abbiamo costantemente interloquito con gli amministratori locali, con tutti i mezzi a nostra disposizione, per renderli partecipi della posizione politica e operativa su un tema straordinariamente importante e strategico. Quella che è emersa è la volontà di non subire più il fenomeno dei migranti, ma di volerlo gestire, nell’interesse primario dei cittadini».

Il problema principale, al momento, rimane la ripartizione dei migranti nei singoli Comuni, compresi i 14 che non aderiscono ad Anci e, di fatto, non rientrano nei criteri di assegnazione previsti dal piano. Da questo punto di vista la Prefettura gioca un ruolo chiave, con il prefetto di Genova, Fiamma Spena, che ha chiarito che chi non partecipa al progetto verrà comunque coinvolto attraverso bandi mirati, così come già accaduto in passato per i Comuni che ancora non avevano dato disponibilità: a oggi nelle strutture di accoglienza del capoluogo ligure sono ospitati circa 2.200 migranti, 700 in più rispetto alla proposta di Anci, secondo cui nel Tigullio il numero dovrebbe salire da 164 a 539, e cioè 375 profughi in più suddivisi nell’intero comprensorio. 

L’idea, spiegano da Anci, è quella di effettuare la ripartizione sulla base di aree omogenee e prevedere il passaggio dai Centri di Accoglienza Straordinaria al sistema SPRAR, attraverso cui i Comuni possono gestire l’accoglienza senza subire assegnazioni imposte dalle Prefetture. Il suggerimento, insomma, è quello di partecipare e condividere il percorso, piuttosto che ritrovarsi a dover accontentare in modo obbligato le richieste della Prefettura. 

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