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Legge 194 e autodeterminazione della donna, bagarre in Regione

Il consiglio regionale ligure ha approvato una mozione per attuare la legge 194, ma ha respinto un ordine del giorno per l'autodeterminazione della donna in tutte le sedi

Con 17 voti a favore (maggioranza di centro destra), 6 contrari (Pd e Gianni Pastorino di Rete a sinistra&liberamente Liguria) e 5 astenuti (Movimento 5 Stelle e Francesco Battistini di Rete a sinistra&liberamente Liguria) il consiglio regionale ha approvata la mozione, presentata da Matteo Rosso (FdI) e sottoscritta da Andrea Costa (Liguria Popolare), che impegna la giunta ad attuare le azioni riportate nella legge 194 del 1978 ('Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza').

Con 17 voti contrari (maggioranza di centro destra) e 11 favorevoli (minoranza) è stato respinto un ordine del giorno presentato da Alice Salvatore e sottoscritto dai colleghi del gruppo, da Gianni Pastorino e Francesco Battistini di Rete a Sinistra&liberamente Liguria, Giovanni Lunardon e Luca Garibaldi del Pd, che avrebbe impegnato la giunta a garantire l'attuazione del principio di autodeterminazione della donna in tutte le sedi, così come esplicitato nella legge 194.

«Ancora una volta - commenta il Gruppo Pd in Regione Liguria - la maggioranza di centrodestra ha perso un'occasione: invece di discutere seriamente e con equilibrio di una legge importante come la 194, che coinvolge le coscienze dei cittadini e va attuata in tutte le sue parti, ha preferito portare avanti la solita propaganda contro i diritti delle donne, esprimendo una visione degna del più oscuro medioevo. Un'idea retriva dei diritti che però non appartiene solo al consigliere Rosso, che della mozione è il proponente, ma a tutta la maggioranza ligure di centrodestra che, in aula, ha votato contro il riconoscimento, all'interno del dispositivo, del diritto all'autodeterminazione della donna, che è poi la parte centrale e più importante della 194, contro il potenziamento dei consultori pubblici che della 194 sono uno degli strumenti attuativi più importanti e contro la garanzia del servizio pubblico, minato dall'aumento dei ginecologici obiettori di coscienza, che hanno toccato il 60% del totale. Purtroppo non ci sorprende questo atteggiamento da parte della maggioranza di centrodestra. A Roma il famigerato senatore Pillon propone di abrogare la 194. Qui in Liguria più ipocritamente ne riconoscono solo una parte e poi smontano i consultori. Noi - conclude il Pd - ci opporremo con tutte le nostre forze a questo arretramento rispetto a diritti fondamentali della persone e in particolare delle donne, che consideriamo inviolabili».

Pronta la replica della Lega alla nota del Pd. «Si tratta dell'ennesima bufala o 'fake news diffusa dal centrosinistra - commenta Paolo Ardenti, vice capogruppo regionale del Carroccio - perché stamane in aula consiliare il centrodestra compatto ha invece votato a favore dell'autodeterminazione della donna, fermo restando il dovuto riconoscimento anche del diritto alla maternità. Altro che 'idea retriva dei diritti' come sostenuto dal Pd in modo del tutto fuorviante. I consiglieri del Pd dovrebbero stare più attenti ai lavori in aula e non divulgare comunicati preconfezionati, soprattutto quando i temi affrontati sono così delicati da meritare di non essere ridotti a posizioni ideologiche di un’era fa. Anche se comprendiamo quanto sia difficile per il Pd accettare che il suo tempo è passato».

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