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Idv, il comunicato sulla crisi di maggioranza in Regione

"L'idea di firmare una fiducia in bianco non va nella direzione dell'interesse della Regione"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di GenovaToday

In riferimento alla recente crisi della maggioranza in Regione Liguria intervengono i consiglieri regionali e il coordinatore regionale di Italia dei Valori, quest’oggi a Roma per seguire i lavori dell’esecutivo nazionale del partito.

Se il Presidente Burlando pensa di metterci in un angolo si sbaglia! Noi continueremo la nostra azione per inserire in calendario la previsione di tagliare i costi della politica.

Il nostro è un partito che si basa sulla politica dell'agire e possiede un'identità da difendere. Non amiamo chi tenta di far passare l'individualismo come elemento essenziale della politica e che non riconosce le differenze. Vorremmo ricordare che siamo una coalizione: a questo proposito è opportuno rispettare le legittime prerogative di ognuno altrimenti ci si appiattisce.

L'idea di firmare una fiducia in bianco non va nella direzione dell'interesse della Regione e non è funzionale al modello collegiale. Ognuno paghi per gli errori commessi. Il nostro impegno è quello di stare all'interno della realtà regionale e non possiamo essere considerati ricattatori e dietrologi soltanto perché difendiamo le esigenze dei liguri.

IdV è un partito che ha pari dignità del PD e degli altri partiti della coalizione. Vogliamo che venga rispettato il gioco democratico senza minacciosi  avvisi di chiusura della “ditta”. Non ci spaventa la serrata del Presidente. È sbagliato mandare solo messaggi, occorre perseguire azioni concrete affinché non rimangano solo parole al vento.

Ci aspettavamo più garanzie e non si possono censurare manovre nazionali per eguagliarle a quelle regionali.Inoltre, inutile dirlo, siamo delusi per la mancanza di una cabina di regia per la sanità. Volevamo ed abbiamo chiesto solo un confronto per esprimere il nostro disagio su questo tema e ciò non ha sortito nient’altro altro che superficialità e pochezza e indubbiamente non rappresenta un bel segnale da dare ai liguri  vendere i gioielli di famiglia e aumentare la tassazione. Tutto questo non ha nulla a che vedere con la valorizzazione e di sicuro queste non sono le politiche forti che avremmo voluto per i liguri. Capiamo che le nostre idee e le nostre capacità possano dare fastidio e non avremmo voluto questo o quel rapporto per la nostra regione.

Certo, per opportunismo, avremmo potuto far finta di niente, ma ci teniamo alla trasparenza nei processi decisionali perché in questo frangente è stata molto poca. Per concludere, vorremmo ricordare che con certi atti si vincolano anche le nostre scelte soprattutto quelle di partito e non si può pensare di assumere provvedimenti costosi e impopolari che  possono essere dimenticati dopo pochi mesi senza essere oltretutto risultati utili allo scopo.

Siamo tacciati di arroganza quando invece le nostre richieste, tutt’altro che ricattatorie, intendono semplicemente affermare un principio sacrosanto: tutti all’interno della coalizione hanno uguali diritti. L'autoassoluzione non è sicuramente un buon metodo e persino Giulio Cesare fu costretto, per governare, a stringere l'alleanza con Crasso e Pompeo.

La politica della riduzione dei costi per noi era prioritaria e andava fatta in questo momento storico di crisi del nostro Paese in affanno per  sopravvivere. Decisioni, queste, che non erano da rinviare ad un momento successivo. Noi non desideriamo che i Liguri paghino lo scotto di una politica indifferente, ma una cosa è certa: vogliamo rispetto e partecipazione al governo di questa regione esprimendo la nostra opinione in modo chiaro e trasparente. Non abbiamo nulla da temere perché crediamo in ciò che facciamo anche se questo comportamento può a volte essere urticante e poco gradito agli alleati. 

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