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Forno crematorio a Staglieno, l'opposizione: "Nonostante lo stop del Tar, il Comune vuole andare avanti"

Per Cristina Lodi (Pd) e Fabio Ceraudo (M5s) era l'occasione per ripensare al progetto, viste anche le proteste dei cittadini. "La decisione del Tar riguarda solo l'aggiudicazione dei lavori - ha chiarito l'assessore Campora - il progetto ha avuto tutte le autorizzazioni previste"

Al di là della sospensione imposta dal Tar, in attesa di fare chiarezza, come ha intenzione di procedere il Comune nei confronti del famoso forno crematorio delle polemiche, che dovrebbe sorgere a Staglieno? Molti cittadini sono contrari, preoccupati per le ricadute su ambiente e salute, e così anche l'opposizione in consiglio comunale che martedì 14 marzo ha chiesto lumi sull'operazione.

"Avete l'occasione di fermare questo progetto: c'è la volontà? Quando faremo una commissione consiliare sull'argomento, che è da ottobre che avete promesso di farla? Questo progetto evidenzia gravi lacune normative, non è stato condiviso con il territorio e non è compatibile con esso" sono le osservazioni di Cristina Lodi (Pd) e di Fabio Ceraudo (M5s).

Il ricorso al Tar è stato presentato da Altair, la ditta che è arrivata seconda all'assegnazione dei lavori: "Solo per questo i lavori sono stati sospesi - ha risposto l'assessore all'Ambiente Matteo Campora -. Il progetto aveva già avuto tutte le autorizzazioni e i passaggi previsti dalla normativa. Il Tar ha disposto udienza il 5 maggio e nel frattempo ha sospeso il procedimento, ma il ricorso riguarda due soggetti che hanno partecipato alla gara, noi non possiamo interferire e attendiamo le decisioni dei giudici. Attendiamo l'esito e vedremo a chi verrà affidata l'esecuzione di questo impianto che risponderà alle esigenze del bacino genovese e di altri comuni sulla base di dati statistici forniti che hanno fatto dichiarare il pubblico interesse dell'opera". 

Dunque l'amministrazione non porrà ostacoli alla realizzazione del forno: "Il Comune di Genova - dichiara Lodi - oggi conferma di andare avanti sul progetto del nuovo forno crematorio e di non approfittare di questo momento di interruzione per fare una valutazione maggiormente approfondita e attendere la normativa regionale. Nel frattempo, la Regione temporeggia in attesa che il Comune possa realizzare il suo impianto prima di fare una normativa che sicuramente non ne prevederebbe la realizzazione. Insomma, come al solito, i due governi di centro destra tra Comune e Regione si sostengono in politiche che portano in questo caso a un impianto inutile, non necessario alla città, fortemente impattante dal punto di vista della salute".

"Si parla di una media di 20mila cremazioni l’anno - conclude Ceraudo -. Un affare lucroso per le casse di cittadini, ma non per la salute. Fermatevi, se non altro perché il progetto non è stato condiviso con la delegazione cittadina, non si tratta di un progetto compatibile con il territorio e crediamo anzi che ci risiede nel quartiere abbia il diritto sacrosanto di opporsi all’imposizione di respirare veleni. A oggi, i forni crematori a Genova e in Liguria sono sufficienti a soddisfare la domanda interna".

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