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"La sua 'Genova meravigliosa', il nostro peggior incubo"

Il Circolo Nuova Ecologia Genova attacca la giunta: "invece di agire per un potenziamento e una velocizzazione del servizio di trasporto pubblico, si calano dall'alto progetti costosissimi, che non rispondono in modo adeguato alla richiesta di un servizio a misura di quartiere e lo dequalificano in modo irreversibile"

"C'è una narrazione che questa Giunta vuole dare di sé, ripresa e amplificata pedissequamente dal sistema mediatico, ed è che finalmente si amministra con piglio decisionista e per questo colui che la guida merita di fregiarsi del titolo di 'uomo del fare' - dichiara il presidente del Circolo Nuova Ecologia Genova, Marco Fabbri -. Inevitabilmente la mente corre alle mediocri Giunte che l'hanno preceduta e in questo senso, come si dice, si vince facile: la Destra al governo di una città come Genova è il segno di un fallimento del progetto (se così si può chiamare) di Centro-sinistra".

"Ma tornando ai nostri 'campioni' - prosegue Fabbri - ci sono alcuni non indifferenti rilievi da fare: intanto questa Giunta per una serie di congiunture favorevoli, ma che in realtà riposano su precedenti iatture (il crollo del Ponte Morandi e la crisi derivante dalla Pandemia) ha potuto utilizzare fondi (per la ricostruzione e per il piano nazionale di ripresa e resilienza) quanti mai la città ha potuto godere nelle decine di anni passati. Questo aumenta il grado di responsabilità nel loro utilizzo, perché se frutto di scelte sbagliate pregiudicheranno il futuro sviluppo della nostra città".

"Partiamo dunque dalle modalità di gestione di questi processi - continua il presidente del Circolo Nuova Ecologia Genova -: innanzittutto sono stati condivisi con i soggetti interessati? La risposta non può che essere no, anzi si fa fatica il più delle volte ad avere le informazioni basilari o, quando acquisite, il processo decisionale/autorizzativo è in fase oramai avanzata. Ed ecco allora che si cominciano ad osservare prime reazioni spontanee da parte delle comunità che subiscono gli effetti più impattanti rispetto alle operazioni previste: era già successo per la riattivazione delle linee ferroviarie del Campasso per via delle merci pericolose che attraverserebbero il quartiere, così come per lo spostamento dei depositi petrolchimici nella zona protuale prospiciente l'abitato di Sampierdarena, ma trova una felice sintesi nella locuzione che fa da slogan alla lotta contro altre opere infrastrutturali che definire balzane è poco".

"Nel quadro drammatico in cui versa l'intera città - insiste Fabbri -, di cui la mobilità rappresenta uno dei motivi che penalizzano la qualità della vita dei genovesi, invece di agire per modificare le cause di fondo con un potenziamento e una velocizzazione del servizio di trasporto pubblico, che farebbe da volano anche per le riqualificazioni dei territori attraversati (la tramvia è il mezzo che per eccellenza consentirebbe questa soluzione), si calano dall'alto progetti costosissimi, che non rispondono in modo adeguato alla richiesta di un servizio a misura di quartiere e lo dequalificano in modo irreversibile. Stiamo parlando delle iniziative contro la funivia del Lagaccio o lo skymetro della Valbisagno, che potrebbe benissimo estendersi al raddoppio in sopraelevazione della strada di via Shelley: tutti interventi che prevedono appunto piloni e impalcati o strutture sospese a cui ci si oppone giustamente al grido 'con i piedi per terra', da cui il nome del coordinamento dei Comitati del Lagaccio, subito ripreso e rilanciato dalla Valbisagno".

"Ma a mancare sembra essere proprio una cultura del territorio - sostiene il presidente del Circolo Nuova Ecologia Genova -, visto che anche laddove si è deciso di effettuare veri e propri interventi di riqualificazione urbana, si è snaturato la singolarità e con essa lo spirito dei luoghi, rendendoli il più delle volte asettiche o addirittura improbabili scenografie al vuoto spinto che li ha pensati (l'imitazione della falsa scogliera a falesia a ridosso di basamenti in stile cementizio nel porticciolo di Nervi, le finestre applicate sul loggiato con volte ad arco e bifore della Commenda, le operazioni di “pulizia” per ristabilire una sorta di decoro urbano in alcune pittoresche piazzette del Centro Storico, per tornare all'uso strumentale, anche qui con valenza puramente scenografica in occasione di Euroflora, di un bene pubblico come i Parchi Storici di Nervi, danneggiati e inibiti per lungo tempo alla libera fruizione a danno del benessere della cittadinanza tutta)".

"E vogliamo parlare allora della questione della rete infrastrutturale per la nuova tecnologia per le telecomunicazioni denominata 5G - insiste Fabbri -, di cui Genova si è offerta come capofila nazionale, esponendo nei fatti la popolazione ad una sorta di sperimentazione collettiva, in mancanza di dati certi sulla reale innocuità di emissioni caratterizzate da maggiore pervasività, e in contraddizione dunque con il principio di precauzione che sarebbe prioritario osservare in questi casi?".

"Possiamo fermarci qui per argomentare come la nostra opposizione a questa visione distorta delle cose trovi oggi, alla vigilia dell'appuntamento elettorale per il rinnovo del Consiglio Comunale, dei nostri Soci schierati un po' in tutte le forze di opposizione: dai Municipi fino al Comune, dove possiamo annoverare come punta di diamante il nostro storico e combattivo ex presidente di Circolo. Con tutto ciò - conclude - siamo certamente consapevoli che il nostro ruolo è e sarà sempre di pungolo e controllo a chiunque amministri la città, ma certamente ora è il momento di affermare e augurare a tutti noi che come per una malattia esiste una cura, ad ogni incubo segua sempre un risveglio".

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