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Toti dopo la vittoria: «Governiamo da soli, la Liguria non è più feudo del Pd»

Soddisfazione per avere trasformato la Liguria «in una regione normale» da parte del nuovo presidente della Regione, che conferma che «abbiamo la maggioranza» e applaude il lavoro di squadra con la Lega Nord

«Sono molto soddisfatto del risultato ottenuto e de numeri. La Liguria è la dimostrazione che se le forze politiche si presentato unite, in maniera convincente e forte, vengono premiate»: queste le prima parole ufficiali di Giovanni Toti da nuovo presidente della Regione Liguria, una carica ottenuta dopo il voto del 31 maggio in cui ha strappato la poltrona di governatore alla favorita Raffaella Paita, candidata per il Pd, staccata di poco meno di 7 punti nel risultato finale.

«Da oggi la Liguria diventa una regione normale, con un’alternanza di governo. Abbiamo dimostrato che questa regione non è un feudo assoluto del centrosinistra, ma una regione contendibile, e l’abbiamo ricondotta alla normalità dopo 10 anni anormali», spiega Toti, che alla conferenza stampa organizzata a poche ore dai risultati definitivi è arrivato accompagnato da Sonia Viale, segretario regionale della Lega Nord, ed Edoardo Rixi, consigliere regionale del Carroccio che sin dalle prime battute di questa serrata campagna elettorale ha fatto un passo indietro proprio per permettere a Toti di diventare il volto di una coalizione di centrodestra: «Sono assolutamente soddisfatto di questa campagna, e contento di avere contribuito alla vittoria di un presidente che ha raggiunto lo scopo: ridare speranza ai cittadini - ha spiegato - A noi ora il compito di dimostrare che  la Liguria può essere una regione diversa. Sono contento che dalla mia città parta un segnale forte per il governo Renzi, il peggiore degli ultimi anni. Il modello ligure può essere una speranza per tutto il paese»

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«I gufi che dicevano che avremmo creato un patto del Nazareno in salsa al pesto sono smentiti. Avremo una maggioranza da soli», ha quindi messo in chiaro Toti, che ha annunciato le imminenti dimissioni dal parlamento europeo per incompatibilità delle cariche, per poi spiegare che «i dati sono buoni, ci garantiscono la governabilità», e si è complimentato con la Lega per «un successo meritato. Forza italia è andata bene, e sono contento per tutti i numeri. Gli alleati hanno fatto la loro parte. Trovo molto affascinante avere creato in Liguria un laboratorio nazionale, è la dimostrazione che il Pd non è imbattibile, e che l’onda renziana è durata solo un anno».

Ci vorrà qualche giorno per riordinare le idee, ha continuato il nuovo governatore della Liguria, poi «faremo tutti i passi che bisogna fare, e in fretta, perché non c’è tempo da perdere: siamo in ritardo di 10 anni». Le idee per la gestione però ci sono già quasi tutte, e sono quelle ribadite in campagna elettorale, soprattutto per quanto riguarda l’immigrazione: «Faremo quello che abbiamo detto: noi non siamo disponibili ad accogliere nuovi profughi, si apre una stagione importante e la Liguria è una regione piccola. Non si può continuare a scaricare su regioni e comuni i problemi che non si risolvono a Roma, non si può scaricare sui sindaci e i presidenti della regione il problema dell’immigrazione».

Per quanto riguarda invece il dissesto idrogeologico, punti fondamentali sono «trovare le risorse per intervenire sul dragaggio dei fiumi, e rivedere leggi ambientali folli che non consentono di ripulire i greti dei fiumi», ma, ribadisce Toti, l’importante è iniziare, perché «ci sono moltissime cose da fare dopo 10 anni di gestione sbagliata. Noi incominceremo a lavorare, promettiamo di non andare in vacanza questa estate per impostare un lavoro che speriamo inizi a dare i suoi frutti il prima possibile».

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