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Disabili, bagarre in Regione contro i tagli all'assistenza

Nel corso del consiglio Regionale dedicato al Piano Sanitario sono state ascoltate anche le famiglie e le associazioni che si occupano di disabilità. E che hanno chiesto l'apertura di un tavolo specificoa

Anche il tema della disabilità è stato al centro del consiglio Regionale dedicato al contestato Piano Sanitario: i lavori sono stati sospesi per consentire alle famiglie e alle associazioni liguri di consultarsi con la giunta per chiedere di non tagliare i fondi dedicati all’assistenza.

La richiesta delle associazioni - tra cui figuravano anche rappresentanti di Anffas, Ens, Cepim, i genitori del Villaggio del Ragazzo, Aias e Don Orione - è stata quella di aprire un tavolo specifico sulla disabilità, garantendo i fondi necessari ad aiutare le famiglie che si occupano di persone disabili. Un argomento particolarmente delicato, che ha scatenato le polemiche in aula.

Opposizione all’attacco

A puntare il dito contro la gestione della giunta Toti sono stati in primis Raffaella Paita e Pippo Rossetti, consiglieri regionali del Pd: «Sono due anni che l'assessore Viale sostiene che ci sia un accordo sui fondi per i disabili - ha sottolineato Rossetti - ma come dimostrano i genitori delle tante famiglie arrivate questa mattina in Regione i tagli ci sono eccome. È assurdo ridurre i servizi ai diversamente abili, ma è proprio ciò che fa questo contratto proposto dalla Regione e da Alisa. Diminuire le prestazioni vuol dire scaricare sulle famiglie i problemi e mette a rischio anche i posti di lavoro, per tutti gli addetti che operano in questo settore». 

«Ci sono liste d'attesa molto lunghe nel dopo di noi, negli ambulatori riabilitativi, nei centri diurni e nelle RSA - ha rincarato la dose Paita - e se la Regione riduce i fondi queste attese aumenteranno esponenzialmente. Oggi le associazioni delle famiglie che rappresentano i disabili sono venute in Consiglio regionale per chiedere qualcosa di molto semplice: non tagliare le risorse a chi ha bisogno di aiuto. È una questione di dignità ed equità sociale. La Giunta non può voltarsi da un'altra parte».

I consiglieri del Pd hanno inoltre protestato contro la decisione di interrompere lo streaming del consiglio Regionale in concomitanza con l'audizione delle famiglie: «Un fatto gravissimo - hanno commentato - che ha censurato le giuste istanze di queste persone e che dimostra come la destra abbia paura del confronto e provi in tutti modi a mettere il silenziatore alle proteste. Chiediamo immediatamente chiarimenti per quest'episodio vergognoso».

Anche i rappresentati del Movimento 5 Stelle in Regione sono intervenuti sull’argomento, invitando il governatore Toti a «convocare un tavolo permanente che affronti seriamente il tema della disabilità e della non autosufficienza in Liguria e dare finalmente quelle risposte che genitori di pazienti disabili e associazioni di settore attendono da troppe anni a livello di tariffe, gestione dei posti letto nelle strutture e sostegno alle famiglie».

«Meno 5% sul budget disabilità dal 2010 ad oggi; 210 milioni investiti sugli oltre 3 miliardi di euro del bilancio sanitario (un vergognoso e misero 0,06%): numeri allarmanti che nel 2018 sono destinati a rimanere tali - fanno sapere i consiglieri pentastellati - Così la vecchia politica negli ultimi anni ha abbandonato a se stessa un settore chiave a livello sanitario e sociale - sottolineano i Cinque Stelle - I ragazzi con disabilità non hanno bisogno di parole e comunicati stampa ma di un sostegno concreto attraverso leggi chiare, tempi certi e un aumento di fondi a tutela dei pazienti e delle loro famiglie, sulle cui spalle oggi ricade il peso dell'intero settore».

La replica dell'assessore Viale

Sulla questione è intervenuta infine l'assessore regionale alla Sanità, Sonia Viale, che ha sottolineato che «non c’è nessun taglio delle risorse, non è stato tolto neanche un euro rispetto al 2016. Ciò che stiamo rimodulando sono i contratti con gli enti gestori per garantire una maggiore qualità dei servizi erogati e controlli puntuali. C’è bisogno di più dialogo, bisogna parlarsi direttamente, famiglie e Istituzioni che agiscono mettendo al centro la persona». 

“Gli enti gestori hanno un contratto con la Regione da cui ricevono 210 milioni di euro per l’erogazione dei servizi. Sono evidentemente una parte contrattuale. Noi abbiamo l’obbligo e l’urgenza di spiegare le modifiche che stiamo apportando al sistema direttamente alle famiglie, con le quali vogliamo un dialogo diretto, non mediato dalla politica. Molti dei cambiamenti che stiamo facendo nascono dal fatto che oggi c’è grande insoddisfazione, come abbiamo sentito oggi in aula. Per questo - ha proseguito l’assessore alla Sanità - vogliamo cambiare alcune regole, per questo riteniamo che debba essere governato il sistema delle liste d’attesa, che debbano essere date risposte più appropriate per garantire una maggiore qualità nelle risposte che gli enti gestori danno ai bisogni di anziani e disabili. Anche l’ultimo cambiamento che abbiamo realizzato va in questa direzione: le famiglie che hanno un disabile gravissimo non riuscivano ad arrivare a fine mese con il contributo esistente di 500 euro mensili. Abbiamo trovato le risorse e dal primo gennaio 2018 queste famiglie riceveranno un contributo aumentato fino a 1200 euro al mese».

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