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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Crisi di governo, oggi Conte si dimette. Toti: «Niente "aiutini" per una maggioranza di centrosinistra»

Il presidente della Regione Liguria e leader di Cambiamo! avvisa: «Nessuno dei parlamentari di Cambiamo! è convinto che rimettere insieme questo governo con un “aiutino” serva al nostro Paese»

«Nessuno dei parlamentari di Cambiamo! è convinto che rimettere insieme questo governo con un “aiutino” serva al nostro Paese». A parlare è Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria ma anche leader di Cambiamo!, partito che alle ultime elezioni regionali in Liguria ha fatto un grande balzo in avanti in termini di voti e preferenze.

La considerazione - e presa di posizione - di Toti arriva nella mattinata in cui il premier Giuseppe Conte è atteso al Colle per ufficializzare al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, le dimissioni annunciate durante il consiglio dei ministri. La decisione di dare le dimissioni è stata annunciata nel pomeriggio di lunedì proprio da Conte, dopo giorni in cui a tenere sulla corda l’Italia è stata tanto la pandemia di coronavirus quanto la crisi di governo scatenata dal leader di Italia Viva Matteo Renzi e l’uscita del partito dalla maggioranza.

Gli italiani si trovano dunque costretti a seguire una nuova crisi di governo che potrebbe evolversi in più modi: l’ipotesi che sembra già probabile è che Conte riceva da Mattarella l’incarico a formare un nuovo governo - di fatto, il Conte Ter - formando una nuova maggioranza più ampia rispetto a quella che contava anche Italia Viva, magari coinvolgendo i partiti di centro e una parte di quelli del centrodestra sulla base di un nuovo patto di governo più appetibile.

Toti, però, sembra avere già dato la sua risposta: nessun veto a Conte, ma «rafforzare una maggioranza di centrosinistra che appoggia Conte non ci interessa». E Lega e Fratelli d’Italia, capitanati da Matteo Salvini e Giorgia Meloni, sembrano già fuori dai giochi: l’obiettivo nel loro caso è andare subito a elezioni anticipate, cavalcando i consensi che sono loro attribuiti dai sondaggi.

Le incognite riguardano, dunque, la stessa Italia Viva - Matteo Renzi ha dato segnali di apertura dopo avere innescato la crisi, ma Pd e Movimento 5 Stelle sembrano restii a fidarsi nuovamente - e Forza Italia. Il cui leader Silvio Berlusconi - di cui Toti era considerato “erede” sino a qualche anno fa - ha parlato di un governo di larghe intese, con maggioranza e opposizioni coinvolte, per traghettare il Paese durante l’emergenza coronavirus.

Le prossime ore saranno dunque decisive: dalle consultazioni potrebbe saltare fuori una maggioranza stabile per Conte, con l’inaugurazione del terzo governo di quello che è ormai stato definito “l’avvocato degli italiani”, o il Capo dello Stato potrebbe decidere di affidare l’incarico a un’altra persona. La terza alternativa è che Mattarella decida di dare a Conte (o a un’altra figura istituzionale) un cosiddetto “mandato esplorativo” per svolgere nuove consultazioni informali e capire se la maggioranza potrebbe essere formata.

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