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Consiglio municipale sul porto, Rixi: "Faremo i cassoni della diga fuori da Pra'"

"Siano moderatamente soddisfatti - spiega a GenovaToday Laura Michelini del coordinamento dei comitati del Ponente -. Manterremo alta l'attenzione sul tema in attesa dei prossimi sviluppi. La nota positiva è l'impegno di Rixi per spostare tutta la produzione fuori dal sito di Pra'"

In tanti hanno assistito - dal vivo in sala, sullo schermo in piazza e in streaming - al consiglio del Municipio Ponente di ieri, venerdì 19 maggio, con la partecipazione del viceministro Edoardo Rixi, del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, dell'assessore comunale al Porto Francesco Maresca, del sindaco Marco Bucci e del presidente di Autorità portuale Paolo Emilio Signorini. L'unico argomento all'ordine del giorno era lo sviluppo del porto e la famosa fabbrica dei cassoni per la diga. E la novità è arrivata dal viceministro Rixi, che ha dichiarato ufficialmente che "possiamo fare i cassoni fuori Pra', e così faremo". Se il sito iniziale previsto era quello di Pra', in sede di gara è stato indicato Piombino e in sede di sviluppo della progettazione esecutiva si è iniziato a lavorare sul sito di Vado Ligure.

I membri dei comitati del ponente hanno partecipato numerosi fino a dopo le 22, quando è finito il consiglio, e hanno letto un documento condiviso, consegnando alle autorità circa 3.500 firme cartacee contro la fabbrica dei cassoni al porto di Pra'. Il consiglio si e’ concluso con la votazione all’unanimità di un ordine del giorno presentato da tutte le forze politiche che conferisce al presidente del Municipio Guido Barbazza un forte ulteriore mandato per continuare ad agire affinchè il cantiere per i cassoni non venga realizzato nel porto di Pra’.

I comitati: "Moderatamente soddisfatti, ma continueremo a vigilare"

"Siano moderatamente soddisfatti - spiega a GenovaToday Laura Michelini, presidente del comitato Pegli Bene Comune -. Manterremo alta l'attenzione sul tema in attesa dei prossimi sviluppi. La nota positiva è l'impegno di Rixi per spostare tutta la produzione fuori dal sito di Pra', con la prospettiva di banchinamento del sesto modulo per delimitare l'area portuale".

I comitati, nel loro intervento, hanno ribadito le preoccupazioni relative all'espansione del porto, già manifestate durante la protesta del 25 marzo, quando erano scesi in piazza circa 5.000 cittadini, chiedendo anche conto di quei "movimenti sospetti" sul dentino davanti a Pegli Lido: "Esistono patti decennali che prevedono dei limiti fisici per il porto ai quali non è stato attribuito il giusto valore. A levante questo limite è il sesto modulo, già superato dal famoso dentino che nacque come opera provvisoria ed è tutt’ora lì. Questo accordo ha un valore politico e sta alla base della fiducia che la cittadinanza ripone nelle istituzioni. [...] Non è accettabile proporre compensazioni in cambio di nuove, ulteriori servitù: stiamo ancora aspettando quelle promesse decenni fa".

I movimenti sul "dentino"

Per quanto riguarda i movimenti sul sesto modulo, "siamo in un'area - ha spiegato Signorini - dove sorgerà un cantiere logistico, di prefabbricazione e stoccaggio di massi guardiani di dimensioni estremamente contenute che servono per le massicciate della diga che non hanno complicazioni dal punto di vista costruttivo. Ci sarà il pre assemblaggio di nuove condotte prima della posa in opera e la eventuale gestione di materiale proveniente dalle demolizioni dal 2025. Potrà essere il sito di pre fabbricazione di alcuni cassoni. Verranno installati prefabbricati e uffici di cantiere e ci saranno gru per la movimentazione di materiale. In nessun caso a Pra' ci saranno infrastrutture a mare". 

Il Municipio chiederà quanto prima un incontro di approfondimento con Autorità portuale sulla prospettata “area logistica” per i massi al “dentino” del Sesto Modulo di Pra’, proprio davanti a Pegli Lido - "la cui 'non invasività' non convince", ha detto Barbazza - e continuerà a monitorare la situazione con comitati e cittadini. 

Dai cassoni alla pista ciclo-pedonale, cosa è stato detto

"Il risultato di oggi - è il commento della maggioranza in Municipio Ponente, guidata dal presidente Guido Barbazza, anch'essa contraria alla fabbrica dei cassoni a Pra' - rappresenta una notizia importante per tutto il ponente: è emersa la volontà trasversale per garantire il totale trasferimento del cantiere dei cassoni dal Bacino Portuale di Pra’ a un sito alternativo. L’impegno che è stato ottenuto è quello di trasferire la costruzione della tipologia di cassoni più minuta e più necessaria alle imminenti lavorazioni della diga di Sampierdarena nel sito attualmente esistente di Vado Ligure, nell’attesa che gli enti competenti completino le opportune valutazioni ambientali per il trasferimento totale e definitivo delle cantierizzazioni. Questo risultato, per niente scontato in partenza, è il figlio di una lunga e articolata interlocuzione dell’amministrazione municipale, in particolare del suo presidente, con le amministrazioni comunale, regionale e nazionale, in particolare del viceministro Rixi, il tutto, fin dal primo momento, con il forte supporto dei cittadini e dei comitati del territorio".

"Le importanti dichiarazioni registrate - ha commentato Barbazza - è che non esistono problematiche tecniche per realizzare tutti i cassoni nel cantiere già esistente di Vado Ligure, anzi sembra la soluzione migliore e si sta lavorando in tal senso. Non saranno realizzati impalcati o altre opere a levante del 'dentino' del porto di Pra’. La pista ciclo-pedonale e le dune alberate della Fascia di Rispetto saranno prolungate lungo il lato di levante della piattaforma portuale di Pra’. Confortanti le dichiarazioni del viceministro Rixi, meno gradita l’intenzione esternata dal presidente Signorini di utilizzare il 'dentino' per la logistica dei massi per la diga, attività che potrebbe essere svolta più facilmente in punti del porto di Sampierdarena o aree Ilva vicine al sito di costruzione della diga".

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