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La Regione boccia il congedo mestruale. Candia: "Occasione persa per diritti donna"

La mozione della consigliera Selena Candia regionale è stata rigettata nonostante le aperture sul tema da parte di alcuni consiglieri di centrodestra

“Nel Consiglio regionale di oggi si è persa l'occasione di fare un passo avanti nei diritti per le donne, e dispiace che nonostante l'apertura da parte di alcuni consiglieri di centrodestra abbia prevalso la strumentalizzazione politica rispetto all'oggetto della mozione”.

È il commento della consigliera regionale della Lista Sansa, Selena Candia, alla bocciatura subìta in aula dalla mozione proposta per aprire un dialogo tra Regione e Ufficio Scolastico Regionale sull'inserimento del congedo mestruale nei Regolamenti d'istituto delle scuole secondarie di secondo grado e per sollecitare sollecitare, nelle sedi istituzionali opportune, l'avvio di un iter legislativo per prevedere il congedo mestruale per le lavoratici.

“Parlare di congedo mestruale vuol dire abbattere finalmente i tabù che esistono ancora quando si menziona la parola mestruazioni. Parlarne aiuta a promuovere una maggiore consapevolezza e far comprendere che ci possono essere dei problemi legati al ciclo mestruale - spiega Selena Candia -. Occuparsi di questo tema con atti politici significa ridurre il divario di genere sul posto di lavoro e a scuola, dando alle donne maggiori opportunità di conciliare vita lavorativa e di studio con quella privata. Sarebbe stato un passo avanti verso quella rivoluzione culturale che vuole rompere con una concezione tutta al maschile dei tempi di lavoro e che punta a riconoscere la specificità del genere femminile invece che adeguarlo a un modello maschile”.

“Purtroppo in aula abbiamo sentito utilizzare delle motivazioni assurde per bocciare la nostra richiesta - sottolinea Candia -. Dalla non attinenza alle competenze regionali, alla privacy fino addirittura ad una potenziale discriminazione tra studentesse delle scuole secondarie di primo e di secondo grado”. “La verità - aggiunge la consigliera - è che è mancata la volontà di sostenere, o quanto meno di discutere, una proposta che è arrivata dai banchi dell'opposizione”.

Lo stop alla mozione presentata da Selena Candia interrompe un percorso che il Consiglio regionale aveva recentemente intrapreso per riconoscere l'endometriosi e la vulvodinia, disturbi associati a dolori mestruali particolarmente intensi e debilitanti. “È stato un vero peccato non poter discutere nel merito questa misura che aveva come solo scopo l'andare incontro al problema patologico del ciclo mestruale doloroso, che interessa circa 3 milioni di donne in Italia e per un articolo pubblicato sul Journal of Women's Health nell'agosto 2019 soffrirebbero di dismenorrea addirittura il 70% delle donne tra i 15 e i 25 anni - rimarca Candia -. Nonostante questi numeri il congedo mestruale rimane ancora un argomento di cui non si parla e questo tabù rende difficile affermare il diritto a una medicina di genere che metta anche i corpi femminili al centro della ricerca clinica e farmacologica”.

Selena Candia nell'intervento in aula ha ricordato anche misure intraprese da altri Paesi su questo tema. “In Spagna, il Congresso nel 2022 ha introdotto un congedo specifico per le donne che soffrono di mestruazioni dolorose e invalidanti, riconoscendo loro 3 giorni al mese sulla base di un certificato medico – spiega la consigliera regionale -. Il Giappone si distingue per essere stato un pioniere in questo ambito, in quanto il congedo mestruale esiste già dal 1947 e in seguito, è stato riconosciuto anche in Indonesia, Taiwan, Corea del Sud e Zambia. Mentre in Europa ancora non esiste una legislazione specifica in merito”.

La consigliera regionale della Lista Sansa ha evidenziato come il dibattito sul congedo mestruale in Italia si sia riacceso dopo che il Liceo artistico Nervi Severini di Ravenna ha modificato il regolamento d’istituto prevedendo la possibilità di assentarsi da scuola per un massimo di due giorni al mese, in caso di dismenorrea. In ambito lavorativo, invece, Selena Candia ha citato il caso dell’azienda di spedizioni veneta Ormesani, che ha deciso autonomamente di introdurre il congedo mestruale nel proprio welfare garantendo un giorno al mese di assenza retribuita al 100% senza la necessità di presentare un certificato medico, prendendo spunto dall'azienda Traininpink che per prima in Italia ha introdotto il congedo mestruale per le sue dipendenti.

“È utile ricordare - conclude Selena Candia - che qualsiasi questione che riguardi la salute riproduttiva femminile si estende in automatico anche alle persone non binarie e transgender”.

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