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Spesa media annuale, genovesi i più penalizzati della regione

La commissione III competente in materia ha approvato modifiche al Testo Unico sul Commercio con cui la Regione riassume competenze dirette sul commercio e quindi sulla pianificazione delle nuove aperture

«Le modifiche apportate al Testo Unico sul commercio spalancano finalmente le porte a una sana concorrenza tra marchi, spezzando le catene del monopolio in cui è stata imbrigliata la Liguria ormai da anni. Nessun regalo ai soggetti singoli della grande distribuzione, se mai condizioni di partenza uguali per tutti sotto un'unica regia, quella regionale, che può garantire un punto di vista complessivo su tutto il territorio, al di là delle ottiche campanilistiche». Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti interviene in merito alle modifiche, licenziate ieri, mercoledì 13 gennaio, dalla commissione III competente in materia, al Testo Unico sul Commercio con cui la Regione riassume competenze dirette sul commercio e quindi sulla pianificazione delle nuove aperture sulle medie e grandi superfici di vendita, una competenza che era già stata dell'Ente di piazza De Ferrari fino al 2012.

«Non ci pare che in seguito ci sia stato un boom nella piccola distribuzione, se mai il contrario» dice l'assessore regionale allo sviluppo economico e al commercio Edoardo Rixi che cita i dati di un'analisi realizzata dall'Ascom Confcommecio su Genova da cui emerge che tra il 2008 e il 2015 il commercio al dettaglio è calato del 13% nel centro storico e del 9,5% nel resto della città.

«I Comuni - commenta Rixi - anche per fare cassa visti i continui tagli dei governi che si sono succeduti, hanno con frequenza rilasciato autorizzazioni alle grandi catene di distribuzione causando un effetto moltiplicatore delle superfici di vendita senza un controllo omogeneo e complessivo in zone limitrofe. Inoltre, abbiamo assistito al proliferare di centri commerciali in zone rosse o a rischio esondazione o in situazioni urbane dove l'insediamento di un grande centro commerciale ha provocato, oltre a effetti disastrosi sulla mobilità, la desertificazione di un piccolo commercio di tradizione storica e di importanza strategica come presidio di sicurezza per cittadini e quartiere».

Il presidente Toti e l'assessore Rixi ribadiscono «la profonda convinzione che le imprese del terziario rappresentino il motore dell'economia regionale, una risorsa fondamentale - anche per il ruolo sociale di presidio e miglioramento della vivibilità dei quartieri - che stiamo tutelando attraverso i patti d'area, il rifinanziamento dei Civ, la salvaguardia dei centri storici e delle zone di pregio urbanistico e ambientale. Al termine dell'iter legislativo, apriremo un confronto con le associazioni di categoria».

Il presidente Toti e l'assessore Rixi sottolineano, infine, l'assoluta necessità di «stabilire finalmente una sana concorrenza tra operatori della grande distribuzione, a tutto vantaggio dei consumatori liguri che oggi pagano mediamente il 25%-30% in più rispetto alle regioni confinanti e, come rileva Altroconsumo, dei genovesi, i più penalizzati della regione con una spesa media annuale, a parità di prodotti, 300 euro maggiore rispetto alla Spezia, dove negli anni è stata più diffusa l'apertura a grandi marchi in concorrenza tra loro».

Ieri pesanti critiche alla modifica del testo sono arrivate dall'opposizione, in particolare dal Partito Democratico.

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