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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Comunali, Rete L'Abuso ai candidati: "Impegno per l'obbligo di certificato anti-pedofilia"

Il presidente Zanardi: "In Italia è stato introdotto l'obbligo per una serie di professioni a contatto con i minori, purtroppo è rimasto scoperto il mondo del volontariato e dell'associazionismo, chiediamo ai Comuni un impegno per coprire il vuoto normativo"

In vista delle elezioni amministrative del prossimo 3 e 4 ottobre la Rete L'Abuso, associazione nazionale sopravvissuti agli abusi sessuali del clero con sede a Savona, ha lanciato la campagna #partiamodalbasso chiedendo ai candidati liguri di impegnarsi per l'estensione di un protocollo europeo, il "certificato anti pedofilia", che in Italia a differenza di altri Paesi lascia scoperta tutta la categoria del volontariato e dell'associazionismo.

Su 52 Comuni al voto nella nostra regione, attualmente, solo i candidati di sei hanno aderito all’iniziativa, per quello che riguarda la provincia di Genova dei dieci al voto ha attualmente dato la propria adesione solo quello di Bogliasco con il candidato Luca Pastorino. L'associazione non ha ricevuto riscontri dai candidati di Masone, Sant'Olcese, Valbrevenna, Rondanina. Propata, Favale, Orero, Portofino e Casarza.

L'iniziativa nasce dal 'vuoto normativo' che si è creato in Italia in seguito al decreto legislativo del 4 marzo 2014, in attuazione di una direttiva europea relativa alla lotta contro l'abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pornografia minorile. Il presidente della Rete L'Abuso, Francesco Zanardi spiega a Genova Today: "In Italia è stato introdotto l'obbligo di presentazione del certificato anti-pedofilia per una serie di professioni a contatto con i minori, purtroppo però è rimasto scoperto tutto il mondo del volontariato e dell'associazionismo che rimane esente dall'obbligo e, secondo noi, può diventare un polo attrattivo per chi ha riportato condanne per reati sessuali nei confronti di minori, una sorta di 'zona franca' dove coloro che non sono in grado di produrre il certificato in quanto pregiudicati trovano un 'terreno di caccia' percorribile. La nostra iniziativa rivolta ai Comuni mira a coprire questo vuoto chiedendo alle singole amministrazioni di impegnarsi con ordinanze comunali che estendano l'obbligo di presentazione del certificato anche a coloro che lavorano con i bambini nel mondo del volontariato e del suo indotto. Abbiamo sperimentato il protocollo in un'associazione sportiva a Quiliano con ottimi risultati".

"Purtroppo - prosegue Zanardi - per il momento abbiamo ricevuto poche adesioni e poche risposte da parte dei candidati alle prossime elezioni amministrative, solo sei comuni sui cinquantadue al voto in Liguria e solo uno su dieci a Genova. Si tratta di un tema molto importante e spesso anche poco affrontato, motivo per cui faccio appello a tutti i candidati e a tutte le amministrazioni per farlo entrare nell'agenda politica ed elettorale. Dopo aver lanciato l'iniziativa, comunque, siamo stati contattati dai servizi sociali di quattro comuni del savonese tra quelli che non andranno al voto, ci hanno chiesto maggiori informazioni sull'iniziativa e sull'applicazione del nostro protocollo. Spesso forse non è stato capito il tema, ma siamo ovviamente disponibili con tutti i Comuni per approfondirlo insieme".  

"Il certificato - conclude Zanardi - si richiede in Procura, ha un costo di 25 euro e una validità di sei mesi. Il nostro protocollo prevede che venga fatto una prima volta e che poi possa essere rinnovato per altre tre con autocertificazioni in modo da ammortizzare la spesa, al quarto rinnovo andrebbe invece nuovamente chiesto in Procura. Si tratta di un certificato penale semplificato che non riporta condanne per altri reati, ma solo quelle relative a reati sessuali. L'estensione dell'obbligo dal punto di vista della pubblica amministrazione sarebbe secondo noi abbastanza semplice, basterebbe un'ordinanza comunale visto che il meccanismo già esiste, andrebbe solo allungata l'estensione alla fascia che riguarda volontariato, associazionismo e cooperative".

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