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Riapertura centrale a carbone, Rossetti: «Per Enel inefficiente, improduttiva e vetusta»

Il tema del riavvio della centrale a carbone Enel sotto la Lanterna ha tenuto banco in consiglio regionale. L'assessore all'ambiente Giacomo Giampedrone ha risposto dicendo che spera in un incontro con il ministro dello Sviluppo Economico

Ieri in consiglio regionale sono state presentate due interrogazioni, una da Gabriele Pisani (5 Stelle), sottoscritta anche dagli altri componenti del gruppo, e l'altra da Sergio Rossetti (Pd) sul riavvio della centrale Enel a Genova Sampierdarena.

Gabriele Pisani ha chiesto alla giunta di avviare un immediato confronto con il ministero dello Sviluppo Economico per non permettere il riavvio della centrale, sottolineando i rischi dell'impianto in caso di riapertura, «vista la sua riconosciuta vetustà in rapporto al sito densamente abitato e alle possibili deroghe ai valori di emissione prevista dalla normativa vigente». Secondo il consigliere il presunto 'buco' nella domanda di energia elettrica, dovuta al fermo del nucleare francese, può essere colmato utilizzando al meglio le centrali a gas a ciclo combinato, che sarebbero più efficienti e meno impattanti dal punto di vista sanitario e ambientale. «Le motivazioni alla base della richiesta di riapertura - ha concluso - risultano discutibili e soprattutto non adeguatamente motivate anche da parte di Terna e del ministero dello Sviluppo Economico».

Sergio Rossetti (Pd) ha chiesto le misure che la giunta intende adottare nei confronti di Enel, ministero dello Sviluppo Economico, Autorità Portuale, Capitaneria di Porto e Arpal per evitare il riavvio della centrale a carbone di Sampierdarena e fenomeni di inquinamento. Il consigliere ha precisato che nel 2015 l'aggiornamento dell'Aia relativo alla centrale Enel del porto ne consentiva il funzionamento per un numero di ore residue molto limitate concedendo, così, una deroga molto restrittiva ai limiti delle emissioni vigenti. «Una delle criticità derivava anche - ha aggiunto - dal parco carbone scoperto, che disperde le polveri anche a grande distanza ed è stato causa di gravi disagi per gli abitanti di Sampierdarena e San Teodoro. La copertura - ha specificato - non è stata portata avanti proprio in vista della chiusura della centrale». Rossetti ha ricordato che la stessa Enel ha classificato la centrale di Genova tra quelle da portare rapidamente in chiusura in quanto «inefficiente, improduttiva, vetusta e ad alto impatto sull'ambiente e sulla salute» e che alla fine del 2016 si era già proceduto allo spegnimento della centrale e alla ricollocazione del personale in altri impianti o per altre mansioni.

Per la giunta ha risposto l'assessore all'ambiente Giacomo Giampedrone il quale ha assicurato l'attenzione della Regione rispetto alle scelte del ministero dello Sviluppo economico e ha ricordato che a settembre Enel aveva chiesto la dismissione anticipata dell'impianto, ma il ministero dello Sviluppo economico aveva risposto negativamente vista la situazione di potenziale fabbisogno energetico nazionale in questa fase di emergenza. Rispetto ai rischi per la salute degli abitanti della zona, in caso di riavvio dell'impianto, l'assessore ha rilevato che questi sarebbero gli stessi che i cittadini hanno corso durante gli anni di attività dell'impianto. «L'auspicio di tutti - ha concluso - e che non ci sia la necessità di riattivare la centrale, l'auspicio del presidente della giunta, in particolare, è di incontrare quanto prima il ministro dello Sviluppo economico per chiedere, vista la vetustà dell'impianto, di non farlo rimanere ancora potenzialmente riattivabile e di rivedere la posizione assunta nei confronti di Enel.

Giampedrone ha suggerito al Consiglio di presentare un ordine del giorno che impegni la giunta proprio in questo senso rispetto al ministero.

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