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Politica Castelletto / Via Agostino Bertani

Il Buridda infiamma la sala Rossa, ma l'unica proposta resta il mercato del pesce

Lo sgombero del Buridda è stato uno dei temi al centro del consiglio comunale di martedì 10 giugno 2014. Di concreto alla fine restano le dimissioni dell'assessore Fiorini, respinte da Doria e la volontà di riprendere «una interlocuzione non semplice»

Lo sgombero del Buridda è stato uno dei temi al centro del consiglio comunale di martedì 10 giugno 2014. Di concreto alla fine restano le dimissioni dell'assessore Fiorini, respinte dal sindaco Doria; le polemiche per la partecipazione di due consiglieri di maggioranza alla manifestazione di solidarietà al centro sociale e un timido mea culpa del sindaco.

Ma alla fine il futuro del Buridda resta incerto. La posizione della giunta si può riassumere con le parole usate da Doria in chiusura del suo intervento: «l'Amministrazione continuerà a muoversi cercando il dialogo con le realtà giovanili, ciò che richiede però rispetto reciproco».

Per completezza riportiamo l'intero dibattito in sala Rossa.

Il sindaco Marco Doria ha premesso una considerazione sulla generale condizione giovanile nel Paese e nella nostra città. In questa prospettiva generale ha inquadrato il tema particolare delle realtà autogestite. Su questo aspetto l'Amministrazione comunale si è mossa in continuità con l'impostazione della amministrazione precedente condividendola e attribuendole valore.

Il sindaco ha richiamato la delibera di Giunta del 2010 che aveva previsto la individuazione di spazi per le quattro realtà autogestite della città: piano superiore del mercato del Pesce al Buridda, uno spazio in area Lagaccio per il Terra di Nessuno, l'immobile demaniale dei magazzini del sale per lo Zapata e uno spazio a Fossato Cicala per il Pinelli.

La utilizzazione di un'altra porzione del mercato del pesce era stata prevista in una forma non esclusiva bensì condivisa con altri soggetti e subordinata comunque alla possibilità di trasferimento della struttura commerciale. Nulla era previsto invece, né poteva esserlo, per l'immobile di via Bertani in quanto per quell'edificio era già stata decisa la alienazione.

Il successivo protocollo del 2011 sottoscritto con l'Associazione per gli spazi autogestiti si è mosso nella stessa direzione. Gli spazi già liberi del mercato del pesce sono stati messi a disposizione mentre l'amministrazione si è attivata, sulla base dello stesso protocollo, per ottenere una disponibilità temporanea di altre aree in caso di particolari eventi, come il Critical wine, e si è attivata ad esempio nei confronti della Porto Antico per il tendone delle feste.

Il sindaco ha sottolineato che l'Amministrazione comunale ha seguito con onestà e coerenza questo percorso, cercando una interlocuzione non semplice. Forse i risultati non sono stati quelli sperati e, in questo senso, ha condiviso il giudizio espresso da alcuni secondo cui lo sgombero dell'edificio di via Bertani può rappresentare una sconfitta della politica, ma è fuori dubbio che il Comune si sia mosso lungo la linea di confronto e di ricerca delle soluzioni già impostata dalla precedente giunta. Doria ha informato quindi che l'assessore Elena Fiorini, con grande senso di responsabilità, gli ha scritto rimettendo nelle sue mani il mandato di assessore. Il sindaco non ha tuttavia ravvisato nel suo operato alcun motivo specifico da indurlo ad accogliere le dimissioni.

Lo sgombero di via Bertani è avvenuto per effetto di un decreto legittimo della magistratura risalente al 2012, adottato sulla base di una denuncia di privati cittadini. Dal 2012 il sindaco era stato messo al coerente di questo decreto della magistratura.

Dopo lo sgombero - ha proseguito il sindaco - sono accaduti alcuni fatti gravi. È stata assaltata la sede di un partito, il Pd, un atto da condannare, da parte di tutti, senza alcuna giustificazione. Si sono succeduti inoltre attacchi con parole violente contro l'Amministrazione della città. La critica va sempre accettata, non invece le espressioni di violenza verbale.

In ultimo, è stato occupato l'edificio della ex scuola Garaventa, una struttura appena resa disponibile a seguito del trasferimento delle scolaresche e destinata ad ospitare servizi e uffici dell'amministrazione, anche per risparmiare risorse pubbliche. Il sindaco ha ribadito la condanna per questa occupazione.

Per quanto riguarda la prospettiva, Doria ha ribadito che l'Amministrazione continuerà a muoversi cercando il dialogo con le realtà giovanili, ciò che richiede però rispetto reciproco.

Di seguito, gli interventi dei consiglieri:

Rixi: non si sono utilizzati metodi violenti per lo sgombero. Le forze dell’ordine sono state in grado di gestire bene la situazione. Mi stupisce che l’amministrazione sia “caduta dalle nuvole” si sapeva che il Buridda sarebbe stato sgomberato. Ma allo sgombero è seguita una nuova occupazione; se ci si fosse mossi per tempo sarebbe stato meglio. Non vedo perché si concedano aree a chi occupa abusivamente, stante – oltretutto - la crisi degli alloggi.

Anzalone: ringrazio le forze dell’ordine che hanno ripristinato la legalità in un luogo dove da molti anni non vigeva più. Ringrazio anche il sindaco e l’assessore Fiorini. Solidarietà al Pd per l’episodio, gravissimo, della sede attaccata. Il fatto che alcuni consiglieri, tra l’altro di maggioranza, abbiano partecipato a un corteo dove si derideva il sindaco è un forte problema politico. Chi non è d’accordo può uscire dalla maggioranza.

Lauro: ho apprezzato il discorso del sindaco, la sua analisi. Ma condannare, e nello stesso tempo, tutelare è contraddittorio. Lei ha condannato l’occupazione del Garaventa ed è contro l’illegalità. Ma nello stesso tempo ha detto “avrei potuto sgomberare il Garaventa”. Tutti vogliamo agevolare i giovani, ma occupare illegalmente non va bene. Come mai due consiglieri hanno partecipato a un corteo che attaccava il sindaco? Anche se sono all’opposizione condanno fermamente questo comportamento. Cosa farà il sindaco per liberare la Garaventa? I giovani devono avere spazi, ma non spazi pubblici occupati abusivamente.

Chessa: era forse un problema il centro sociale Buridda? Il problema è la disoccupazione giovanile al 46% e non l’aggregazione che, anzi, è un fatto positivo. Un centro sociale va tenuto in considerazione come antidoto contro la miseria. Il problema è un presidente di banca che ruba. Il problema politico è la capacità di dialogo e il riconoscimento di autonomie dei giovani. Noi di Sel riteniamo necessaria la ripresa del dialogo e ci mettiamo a disposizione per favorirlo.

Musso: sono d’accordo sul fatto che ognuno viva modelli sociali diversi da quelli consolidati nella società attuale. Va bene, che ci siano centri sociali. Ma ci devono essere condizioni: non devono essere lesi i diritti altrui e, in questo caso, ci sono state ripetute violazioni. 9.3 milioni sono stati offerti per l’acquisto del Bertani, solo se fosse stato libero. La mancata vendita è un danno economico che le varie amministrazioni hanno inflitto ai cittadini genovesi. Inoltre, queste organizzazioni non dovrebbero essere finanziate dalla collettività. Infine, il metodo: per l’ennesima volta il Comune ha interpretato più parti in commedia. Dapprima il sindaco ha sostenuto di non sapere nulla, poi la questura ha fatto sapere che il sindaco e l’assessore Fiorini hanno partecipato alla riunione. Ora il problema è: lei, che prima in aula, ha condannato l’occupazione della Garaventa, adesso cosa fa?

Farello: il sindaco ha sottolineato il vero fatto che è successo. Si è interrotto un percorso di dialogo. E il dialogo ha dei costi. In questi due anni il percorso ha collassato, altrimenti non saremmo arrivati ai fatti della settimana scorsa. E’ su questo che l’amministrazione si deve interrogare. Cerchiamo di capire cosa non ha funzionato e cerchiamo di rimettere in moto il percorso. Non è sfoderando adesso i muscoli, sulla questione Garaventa, che si risolve il problema: o ricostruiamo la solidarietà tra le articolazioni dello Stato e le istituzioni o non si risolve il problema. Ci vuole un’assunzione di responsabilità più forte. Non giova a nessuno un atteggiamento militare, ma non serve nemmeno collocare le scelte di percorsi difficili fuori dalle istituzioni. Quando si entra nelle istituzioni democratiche, ci si assumono responsabilità.

Pignone: parole chiave: dialogo, confronto, politica. Politica è stare nelle situazioni, essere presenti nelle piazze anche perché si ha un ruolo istituzionale. Mantenere un dialogo con la comunità di San Benedetto e Arci, non è un atto rivoluzionario. Respingo gli attacchi di Lilli Lauro: la nostra lista è stata protagonista di ripresa di quel dialogo interrotto, per la gestione degli spazi. Qualunque atto violento va deprecato,ma bisogna riaprire il dialogo per venire incontro ai giovani, creando un’alternativa alla movida del bere, che coinvolge anche il centro storico.

Putti: mi scuso perché, come politico di questa città, avrei dovuto parlare con quei ragazzi per confrontarmi. Noi adulti, lasciamo pochissimo spazi ai giovani. Ci sono tante attività dentro al Buridda, ne abbiamo parlato pochissimo. Ho sentito parlare di soldi che abbiamo fatto perdere. Sprechiamo moltissimi soldi pubblici: forte Begato, Vaillant Palace, per esempio. L’unica cosa che annoto è che la giunta non doveva dire: “io non sapevo”. Occorre assumersi le colpe, e fare di tutto per ricostruire quel dialogo che si è interrotto.

Baroni: ci sono centinaia di luoghi di aggregazione nella nostra città, che non occupano spazi e non rompono le vetrine. Vi prego di ricordare che quando si dice “giovani, sociale, aggregazioni”, bisogna considerare quelli che non fanno notizia, perché si comportano bene. Quando si assegnano spazi pubblici, bisogna fare gare d’appalto. Bisogna favorire l’aggregazione dei giovani, ma nella legalità.

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